“Il Volto Prossimo”: è questo il titolo scelto per la 3° edizione del “Festival della Missione”, che si svolgerà a Torino dal 9 al 12 ottobre 2025 in occasione del Giubileo. La rassegna ospiterà in città missionari provenienti da tutto il mondo.
Prossimità è “camminare insieme”
La parola d'ordine sarà quindi prossimità: “Abbiamo l'urgenza - spiega il direttore generale del Festival Agostino Rigon – di camminare insieme sia a livello ecclesiale che sociale, tessendo alleanze e costruendo ponti con chi condivide con noi questa visione. Attraverso le testimonianze trasmetteremo una nuova idea del movimento missionario e affronteremo le grandi sfide del presente mettendoci al fianco degli ultimi, con l'obiettivo di fare del mondo una sola grande famiglia”.
I contenuti proposti
Molti e diversi saranno i contenuti proposti durante le varie giornate, tra cui un grande evento per la pace già programmato per sabato 11 ottobre: “Lanceremo - annuncia la giornalista dell'Avvenire Lucia Capuzzi – una campagna social per rispondere alla domanda del Festival 'A chi mi faccio prossimo?', porteremo l'educazione alla pace nelle scuole grazie al Centro Sereno Regis e affronteremo il tema della giustizia riparativa all'interno di un pocast dedicato. Il tutto offrendo un'immagine non stereotipata dei missionari, con un focus dedicato anche alle periferie dimenticate del mondo come il quartiere Brancaccio a Palermo e Haiti”.
Tra le testimonianze “in anteprima”, ci sono quelle di Sister Angela, missionaria in Africa per contrastare il traffico di esseri umani, quella di Padre Dario, missionario impegnato in Brasile con i popoli indigeni dell'Amazzonia, e quella di Cristian Daniel Camargo, artista e missionario laico.
Repole: Uno squarcio di luce su Torino”
Il Festival della Missione si svolgerà all'interno di un altro festival torinese già affermato: il Festival dell'Accoglienza: “Sarà una bellissima occasione – commenta l'arcivescovo di Torino Roberto Repole – per allargare gli orizzonti su un piano internazionale, arrivando a un livello di profondità ancora più grande grazie all'ascolto di storie che partono dai più fragili. Il Vangelo e l'umano si intrecciano e di missioni abbiamo bisogno anche qui a Torino: per questo, mi auguro di aprire uno squarcio di cielo e luce sulla città”.