"Non siamo noi ad inquinare", "Sos stalle", "Difendiamo i nostri allevamenti". In centinaia si sono radunati in piazza Solferino , per poi spostarsi davanti a Palazzo Lascaris, prima dell’inizio dei lavori del Consiglio Regionale del Piemonte. A essere contestato è il Piano Regionale di Qualità dell’Aria. Una misura che "rischia di affossare ulteriormente le imprese". Questo il pensiero dell'onda gialla di allevatori e agricoltori che si sono riuniti in sit-in oggi, martedì 19 novembre, su iniziativa della Coldiretti Piemonte.
"L’agricoltura non deve pagare per tutti - è il commento di chi si è riunito oggi - Pur nella consapevolezza della necessaria attenzione all’ambiente, con le misure che si paventano per le imprese agricole, il pericolo è quello di far chiudere migliaia di stalle ed aziende che costituiscono il tessuto economico del Piemonte".
Per l’occasione sono stati presentati i punti, secondo Coldiretti, che andrebbero modificati nel Piano e che permetterebbero "la sopravvivenza dell’agricoltura regionale".
In particolare sotto accusa c'è la misura che riguarda la copertura delle concimaie, non sostenibile economicamente per molte imprese. Viene inoltre richiesto di attivare il meccanismo del semaforo sugli abbruciamenti oltre a una generale richiesta di ridurre la burocrazia.
Sul tema lo scorso lunedì 11 novembre era stato presentato un ordine del giorno con primo firmatario Roberto Ravello (FdI), sottoscritto da gran parte dei consiglieri meloniani, con l’intento di accedere alle clausole di deroga previste dalla direttiva europea.
Una settimana prima un altro ordine del giorno, sempre arrivato da Fratelli d’Italia, presentato come prima firma da Claudio Sacchetto - e sottoscritto da altri consiglieri del gruppo e da Marco Protopapa della Lega - chiedeva di emanare provvedimenti esplicativi sul semaforo per gli abbruciamenti "per venire incontro all’allarme lanciato dal settore zootecnico".
Una delegazione accolta dal Consiglio
Una delegazione di rappresentanti di Coldiretti è stata ricevuta da una delegazione di consiglieri in Sala delle Bandiere, dopo una sospensione dei lavori del consiglio che stava trattando il tema del bilancio. Il presidente Davide Nicco ha preso atto della protesta pacifica degli agricoltori e ha voluto ascoltare le loro istanze. A prendere la parola il vicepresidente di Coldiretti Piemonte, Bruno Mecca Cici.
"Abbiamo visto avanzare questo piano senza modifiche. Ricoprire le vasche dei liquami e i letamai comporta investimenti da centinaia di migliaia di euro. Tutto questo in un periodo in cui allevatori e agricoltori stanno passando un periodo di grave crisi sanitaria economica e sociale. Chiediamo venga messo mano al provvedimento, anche per quanto riguarda gli abbruciamenti e la burocrazia".
A rispondere, il presidente della terza Commissione Claudio Sacchetto. "In questi giorni abbiamo presentato degli ordini del giorno in materia. Da qui al 2026 siamo ancora in tempo per effettuare emendamenti. Dobbiamo riuscire a far capire a livello europeo che, come aria e inquinanti, la pianura Padana è diversa da molte altre aree d'Europa".
Più cauta la consigliera Gianna Pentenero sulla possibilità di emendare: "Il piano è complesso e va guardato nell'insieme. Potrebbe essere un'idea prendere spunto da modelli in atto, che stanno funzionando, in altre regioni".
A chiudere gli interventi Gianna Gancia, unica esponente italiana relatrice durante la presentazione del Piano quando era europarlamentare.
"Per attuare politiche ambientali di così ampio respiro - ha detto Gancia - Occorre cercare morfologicamente aree simili a noi (tipo la Catalogna ndr) e trovare soluzioni che siano sovrapponibili. Per quanto riguarda la vostra richiesta ci soni ampi margini per accogliere le giuste osservazioni".