Sui pedali o sui roller. O comunque con mezzi autonomi sostenibili per raggiungere la Prefettura di Torino nel freddo di un mattina di metà novembre. Mentre il capoluogo sonnacchioso si sveglia e comincia la settimana, tra il solito traffico e il rumore dei clacson, il presidio della rete "Torino 30”, la campagna di sensibilizzazione sui benefici delle zone 30 nelle città sul modello bolognese, si è riunito in Piazza Castello davanti allo striscione “Stop al nuovo codice della Strada”, con quest’ultima parola cancellata e sostituita da “Strage".
L’iniziativa è corale e vede il coinvolgimento di diverse realtà ambientaliste che promuovono l’utilizzo della bici come mezzo alternativo alla macchina. Sono FIAB Torino Bike Pride, Fridays For Future Torino, Future Parade Torino, Acmos, FIAB Torino Bici&Dintorni, Eco dalle Città, Toroller Collective, Extinction Rebellion Torino, Legambiente Metropolitano, Legambiente Molecola, Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta, Legambiente GreenTo, Live the Bike , Ecoborgo Campidoglio, Comitato Torino Respira, ProNatura, FIAB Torino Pedaliamo Insieme, Associazione culturale Laqup, Club Monopattini Torino, Amicinbici – Bik&Motion.
Dalla nuova riforma, ai tagli in Finanziaria
Una mobilitazione che avviene in contemporanea in decine di città in Italia e arriva all’indomani da quella nazionale, con il presidio a Roma in occasione della Giornata mondiale in memoria delle Vittime sulla Strada.
Il presidio, come spiegano gli organizzatori, si oppone al nuovo Codice della Strada - il cui voto finale è previsto in Senato la prossima settimana - e al taglio previsto nella nuova finanziaria di 154 milioni di investimenti su sicurezza stradale e mobilità sostenibile.
Contestato il ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture Matteo Salvini accusato dalle associazioni di non aver avallato nessuna delle richieste e degli emendamenti promosse dai famigliari, morti sulle strade.
A Torino 23 morti sulle strade
“I veicoli a motore - si legge in una nota diffusa in occasione del presidio - causano il 94% degli incidenti e il 98% dei morti. La nuova riforma restringe le misure in favore di pedoni, ciclisti, bambini e persone anziane, che sono la maggior parte delle vittime nelle città”.
L’Italia tra i paesi Ue è al 19° posto per mortalità sulle strade con una media di 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno. A Torino 2.875 sinistri hanno provocato nell’ultimo anno 23 morti.
Numeri che i promotori dell’iniziativa ritengono inaccettabili.
"Il voto finale al Senato non fermerà la mobilitazione - sostengono - la rete “Torino 30”, chiede all'Amministrazione della Città di opporsi con ogni mezzo a questo disegno di legge, come peraltro in parte già fatto in Consiglio Comunale. Non sono più accettabili comportamenti di elogio da parte del Sindaco Lo Russo verso il DDL Salvini e le sue scellerate politiche in tema di mobilità. Governo e Senato, con questa riforma del codice, votano sulla pelle delle persone: la sicurezza stradale ha un’altra direzione."
Diena: "Salvini si dimentica delle cause delle morti stradali"
“Il nuovo codice della strada di Matteo Salvini, in via di approvazione al Senato in settimana, si dimentica delle cause delle morti stradali e degli obiettivi del Piano Nazionale di Sicurezza Stradale 2030, togliendo ai Comuni la possibilità di adottare strategie per ridurre l’inquinamento e per prevenire le stragi sulle strade - così Sara Diena, capogruppo di Sinistra Ecologista in Comune, oggi al presidio contro il nuovo codice della strada del ministro Salvini - A marzo abbiamo approvato in Sala Rossa un ordine del giorno a prima firma Alice Ravinale che impegna il Comune di Torino a chiedere al Governo e al Parlamento di eliminare dalla riforma i decreti attuativi non in linea con il Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale e che limitano la possibilità dei Comuni di agire sulla gestione della viabilità e dello spazio pubblico. Tanti altri Comuni hanno seguito Torino. Vogliamo che il codice della strada riduca il conflitto sulle strade, intervenga sulle reali cause dei sinistri, favorisca la mobilità attiva, protegga le persone più vulnerabili, tuteli appieno il diritto alla mobilità e alla salute di tutte e tutti. Per questo siamo al secondo presidio per chiedere lo "Stop al nuovo codice della strage" indetto a livello nazionale da tante realtà del territorio che come noi si battono per strade più a portata di persone e meno di auto”.