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Nichelino-Stupinigi-Vinovo | 16 novembre 2024, 09:55

Tra storie, aneddoti e ricordi Gianluca Vialli torna a vivere per una notte a Nichelino

"Le cose importanti", il bel libro che raccoglie il decalogo dell'ex capitano della Juve, richiama una gran folla all'Open Factory. Le parole di Massimo Mauro e Marco Ponti

Tra storie, aneddoti e ricordi Gianluca Vialli torna a vivere per una notte a Nichelino

Tra storie, aneddoti e ricordi Gianluca Vialli torna a vivere per una notte a Nichelino

L'Open Factory di Nichelino giovedì sera si è trasformato nella curva Scirea (o nella Granata sud di Marassi, se preferite), 'riportando in vita' Gianluca Vialli, lo storico capitano della Juve capace di vincere la Champions cinque anni dopo aver condotto la Sampdoria ad uno storico scudetto.

"Le cose importanti"

Tutto merito de "Le cose importanti", il libro di Pier Domenico Baccalario e Marco Ponti, che raccoglie storie, aneddoti e ricordi di un "grandissimo calciatore e grandissimo uomo", come ha detto il sindaco Giampiero Tolardo, con una citazione per quell'iconico abbraccio tra Vialli e l'amico di una vita Roberto Mancini a Londra, nel luglio del 2021, dopo la vittoria della nazionale agli Europei.

Il gran cerimoniere della serata, Michele Pansini, uomo di cultura e di sport, dopo i ringraziamenti di rito ai tanti che hanno permesso di organizzare l'evento, con una citazione particolare per l'assessore Francesco Di Lorenzo (che a luglio aveva portato a Nichelino un altro protagonista di quella Juve, Michele Padovano), a dominare la scena sono stati il regista Marco Ponti, che ha ricorda la genesi del libro, partendo dal docufilm "La bella stagione" dedicato allo scudetto della Samp, insieme a Massimo Mauro, che con Vialli ha condiviso tantissime esperienze per trent'anni.

La Fondazione Vialli e Mauro

Ponti ha sottolineato come certi ricordi Vialli voleva che andassero oltre il film e da lì ecco l'idea di un libro, mentre Mauro (negli anni Ottanta capace di giocare a Udine al fianco di Zico, nella Juve accanto a Platini e poi nel Napoli di Maradona, ndr) ha ripercorso i tanti anni in cui lui e Luca fossero avversari, essendosi sfiorati solo nella nazionale Under 21, prima di cementare la loro amicizia, nata partendo dalla comune passione per il golf, decidendo di creare una Fondazione per aiutare la ricerca contro la Sla e il cancro.

"Luca non si commemora, si festeggia", ricorda Mauro, tornando al 23 dicembre del 2022, pochi giorni prima che Vialli morisse: Luca gli chiese un massaggio ai polpacci mentre era nel letto dell'ospedale, in uno dei suoi ultimi momenti di lucidità. "Anche adesso ho dei muscoli più grossi dei tuoi", gli disse, scatenando la risata di Mauro allora (e di tutti i presenti a Nichelino l'altra sera).

"Luca non si commemora, si festeggia"

Viene sottolineato come Vialli rifiutò prima il Milan e poi la Juve, dicendo di no a Berlusconi e all'avvocato Agnelli, per mantenere fede alla promessa di restare alla Samp fino a quando avrebbero vinto lo scudetto. "Per lui la Champions con la Juve fu una vittoria anche per la Samp, ricordando la finale persa nel 1992 contro il Barcellona", dichiara Mauro. 

Ponti invece ricorda la grande amicizia di Vialli con Mancini, il suo rapporto con i compagni della Sampdoria anche a tanti anni di distanza, quando poi i due si ritrovarono in nazionale. "Faceva la chemio, stava due giorni a casa, poi ripartiva e andava in giro con le due figlie, che erano ancora piccole, senza dimenticare mai gli eventi della nostra Fondazione", rammenta Massimo Mauro. "L'Alba dei Campioni fu una sua idea", aggiunge ricordando la genesi di quel trofeo dedicato ai giovani.

Ricordi, storie ed emozioni

E ancora si sorride quando Marco Ponti rievoca l'episodio in cui Vialli disse che era stato contento di venire scambiato per Bruce Willis da una infermiera. "La possibilità di andare ad allenare la Juve in realtà non ci fu mai, solo qualche colloquio ai tempi di Blanc e Secco", ricorda ancora Mauro. "Invece Luca cercò di mettere insieme un gruppo di imprenditori per salvare la Samp che era vicina al fallimento, ma non ci riuscì".

Ora la segue da lassù, come sicuramente farà con la Juve di cui è stato anima, trascinatore e capitano in alcune delle sue stagioni più belle.

Massimo De Marzi

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