Attualità - 16 novembre 2024, 11:30

Nascono le Dimore Amiche del Piemonte: si aprono le porte di 50 beni privati culturalmente rilevanti. A Torino sono 18 [FOTO]

L'iniziativa è stata presentata presso la Sala Viglione del Consiglio regionale. Il risultato è stato raggiunto grazie all’intesa tra A.D.S.I. Piemonte e Valle d’Aosta e F.I.A.V.E.T. Piemonte

Un protocollo per ampliare l’offerta turistica nell’ottica della promozione delle dimore storiche piemontesi. Saranno 46 in tutto il Piemonte le tenute private di interesse storico e culturale che verranno aperte grazie a un’intesa tra A.D.S.I.  Piemonte e Valle d’Aosta (Associazione Dimore Storiche Italiane). e F.I.A.V.E.T. Piemonte (Federazione Italiana Associazioni Imprese di Viaggi e Turismo). 

I due enti lavoreranno concerto per permettere ai visitatori di ammirare dei beni privati su prenotazione e secondo programmi coordinati dalle agenzie di viaggio convenzionate. Tutto nell’ottica di scoprire in modalità nuove, le dimore che già abitualmente aprono al pubblico, ma soprattutto quelle non solitamente accessibili.

L'iniziativa è stata presentata giovedì 14 novembre presso la Sala Viglione del Consiglio regionale, alla presenza di Davide Nicco (Presidente Consiglio regionale Piemonte), dell’Europarlamentare Giovanni Crosetto, di Marina Chiarelli (Assessore al Turismo, Cultura, Sport e post olimpico, Pari opportunità e politiche giovanili, Regione Piemonte), Alessandro Gosztonyi (Vicepresidente dell’A.D.S.I. e Presidente della Sezione Piemonte e Valle d'Aosta) e Gabriella Aires (Presidente F.I.A.V.E.T. Piemonte).

Le Dimore Amiche del Piemonte, così sono state definite, sono ubicate in zone turisticamente conosciute ma anche meno esplorate. Se ne contano 18 in provincia di Torino, 10 in provincia di Cuneo, 9 nell’alessandrino, tre nel biellese, due nell’astigiano così come nel VCO e una in provincia di Novara  e di Vercelli.

Per il 40% sono castelli e il 20% ville, per il restante numero si tratta di case storiche e palazzi. Più della metà si trova in aree con meno di 20.000 abitanti, molte in piccoli centri sotto i 5.000 abitanti. In quasi la totalità di questi beni è possibile visitare i parchi. Una capillarità che permette di valorizzare i piccoli borghi e di andare incontro ai limiti dell'overtourism in Italia.