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Economia e lavoro | 14 novembre 2024, 08:00

Crowdfunding: Torino terza provincia d'Italia per numero di investimenti

È quanto emerge dall'Indagine Crowdfunding 2024 di Opstart, il primo fintech hub in Italia a offrire soluzioni di finanza alternativa basate su equity, lending e debt crowdfunding, rilasciato in occasione del mese dedicato all’educazione finanziaria.

Crowdfunding: Torino terza provincia d'Italia per numero di investimenti

●       Milano spicca come il principale polo di investimento, con oltre il 15% del totale, Mantova segue con il 7%, e Torino si colloca al terzo posto con il 6%, grazie al suo dinamico tessuto imprenditoriale e all’attenzione verso i settori tecnologici e industriali.

●       In occasione del mese dedicato all’educazione finanziaria, l’Indagine Crowdfunding 2024 di Opstart fotografa il comportamento degli investitori italiani e sottolinea la necessità di una maggiore educazione finanziaria in Italia.

●       Uomo, laureato, over 30 e residente al Nord Italia: l’investitore medio sceglie Green Economy (51%), Real Estate (39%), Fintech (21%) e Big Data (19%). 

Oltre la metà degli italiani (54%) investe, affidandosi ai consigli della propria banca o del proprio consulente finanziario (39%) oppure dimostrando di avere un approccio più autonomo, esplorando anche opzioni alternative o online (15%). Tra chi investe, il 51% predilige un approccio prudente con esclusivamente prodotti a basso rischio, nel 46% dei casi si adottano strategie diversificate, includendo prodotti ad alto rischio e maggior rendimento, mentre il 3% opta per un piano ad alto rischio. Il crowdfunding, nonostante sia conosciuto dal 44% degli intervistati, viene scelto ancora solo nel 6% dei casi.

È quanto emerge dall'Indagine Crowdfunding 2024 di Opstart, il primo fintech hub in Italia a offrire soluzioni di finanza alternativa basate su equity, lending e debt crowdfunding, rilasciato in occasione del mese dedicato all’educazione finanziaria. La ricerca – basata su dati raccolti dalla propria community di investitori e su un sondaggio realizzato con BVA DOXA su un campione rappresentativo della popolazione italiana – intende tracciare il profilo degli investimenti e degli investitori del Paese e allo stesso tempo sfatare i falsi miti legati al crowdfunding, così da rendere questo strumento sempre più accessibile e comprensibile.

L’impatto dell’educazione finanziaria sulle scelte d’investimento

Nonostante l’Italia sia stata tra i primi Paesi in Europa a regolamentare il crowdfunding fin dal 2013, molti investitori continuano infatti a mostrare diffidenza verso questo strumento d’investimento innovativo, con il 18% che lo considera rischioso e il 16% poco affidabile. Questa percezione, considerando che in ogni caso il crowdfunding rimane un investimento ad alto rischio, è comunque sintomo di una scarsa educazione finanziaria: basti pensare che negli ultimi due anni è diminuita la percentuale di persone informate sui concetti di diversificazione del rischio (54,6%), di relazione tra rischio e rendimento (46,6%) e di tasso di interesse composto, con poco più di un decisore finanziario su tre che dichiara di sapere di cosa si parla (38,1%)[1]. Acquisire una conoscenza finanziaria più approfondita aiuta gli investitori a comprendere meglio la natura e le caratteristiche del rischio, così che possano integrare efficacemente il crowdfunding nella loro strategia di diversificazione.

Al contempo, però, il crowdfunding è apprezzato per il suo ruolo di finanziamento dal basso (40%) e la diversificazione dei progetti (36%), con il 27% che valuta positivamente le ricompense legate all’investimento. Percezioni che potrebbero essere confermate, e condivise ulteriormente, attraverso la conoscenza di base di nozioni finanziarie, che più del 90% degli italiani vorrebbe introdurre nelle scuole e il 79,7% nei luoghi di lavoro[2].

"Nonostante sia spesso percepito come poco regolamentato e quindi rischioso, il crowdfunding in realtà può rappresentare un'opportunità di investimento redditizia, disciplinata da norme a cui si devono attenere tutte le piattaforme europee per poter operare, come il recente Regolamento Europeo 2020/1503" ha dichiarato Giovanpaolo Arioldi, CEO di Opstart. "Piattaforme come Opstart sono vigilate da Consob e Banca d'Italia, che garantiscono una supervisione rigorosa con misure di trasparenza e sicurezza. Il nostro obiettivo è intensificare l'educazione finanziaria, affinché gli investitori siano pienamente consapevoli delle migliori strategie per gestire i propri risparmi".

Dall’identikit dell’investitore medio, ai suoi obiettivi d’investimento, l’Indagine Crowdfunding 2024 di Opstart traccia quindi una panoramica del mondo del crowdfunding negli ultimi dodici mesi.

Chi investe in crowdfunding: l’identikit

Tra coloro che investono in crowdfunding, i dati rivelano una maggioranza maschile (85%), di persone laureate (54,9%) e prevalentemente residenti al Nord Italia (47%), di età compresa tra i 30 e i 50 anni (48%) o over 50 (41%). Nonostante il 62,7% non disponga di conoscenze in ambito finanziario, il 77,9% degli investitori è ottimista riguardo al miglioramento della propria situazione finanziaria tanto che il 53,6% degli investitori negli ultimi due anni ha concluso fino a 10 operazioni, con somme variabili tra i 10.000 e i 50.000 euro

Settori di investimento e obiettivi del crowdfunding

Chi sceglie di investire in crowdfunding tende a diversificare gli interessi verso settori innovativi e ad alto potenziale di crescita. Quello della Green Economy è tra i favoriti, con il 51% impegnato in progetti sostenibili e a basso impatto ambientale. La maggior parte degli investitori (89,2%) attribuisce grande importanza al sostegno di aziende sostenibili. Seguono il Real Estate, con il 39%, e il Fintech (21%) e Big Data (19%), scelti per le loro prospettive tecnologiche. Altri settori di interesse includono Food & Beverage (16%), Fitness (15%), Health Care (15%) e ICT (14%).

La geografia del crowdfunding in Italia

L'analisi geografica degli investimenti in crowdfunding in Italia rivela un panorama interessante sulla provenienza degli investitori. Il Nord Italia emerge come la zona predominante con la Lombardia che da sola raccoglie il 42% delle adesioni, seguita da Emilia-Romagna (11%), Piemonte (10%) e Veneto (10%). 

A livello provinciale, Milano spicca come il principale polo di investimento, con oltre il 15% del totale, grazie alla sua posizione di hub finanziario ed economico e al forte interesse per settori innovativi come fintech, big data e green economy. Mantova segue con il 7%, e Torino si colloca al terzo posto con il 6%, grazie al suo dinamico tessuto imprenditoriale e all’attenzione verso i settori tecnologici e industriali. Bergamo e Brescia, entrambe con il 5%, confermano la forza economica delle province lombarde, con una crescente apertura verso il real estate e il food & beverage.

Il Centro Italia spicca con il Lazio (6%) in prima linea: in particolare Roma, con il 5%, ricopre una posizione di rilievo per il suo patrimonio culturale e il settore immobiliare. Nel Sud e nelle Isole guida invece la Campania (3%).

Investimenti in crowdfunding: il ruolo di Opstart

Opstart promuove attivamente l'educazione finanziaria e sfata i falsi miti sul crowdfunding, rendendolo più accessibile e dimostrando come sia possibile prendere in mano il proprio portafoglio investendo in modo consapevole e redditizio. Con oltre 600 imprese finanziate e 175 milioni di capitali raccolti, fino al 10% di interessi lordi annui per più di 13.000 investitori[3], Opstart contribuisce al successo di imprese italiane ad alto potenziale di crescita generando ritorni e sostenendo l’economia reale. Grazie a tagli minimi accessibili, a partire da 250 euro per l’equity e 50 euro per il lending crowdfunding, questo strumento è alla portata di tutti, inclusi i giovani e chi desidera diversificare il proprio portafoglio.

 Nota metodologica

L’Indagine Crowdfunding 2024 di Opstart è stata realizzata analizzando un campione di oltre 1.000 persone appartenente alla community di investitori Opstart e attraverso un sondaggio condotto in collaborazione con BVA DOXA su un campione di oltre 1.000 persone rappresentativo della popolazione italiana.

 

I.P.

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