Un quarto di secolo. Ecco il traguardo che taglia Riccardo D'Elicio, alla presidenza del Cus Torino. Una delle prime parole che vengono in mente, quando si parla di sport nella città.
Torino vocata allo sport
"Venticinque anni fa cominciava a svilupparsi la vocazione di Torino verso lo sport - ricorda - quando già il mondo Fiat cominciava a cedere spazio e tante cose stavano cambiando".
Non è solo ricreazione
"Quello che abbiamo fatto fino a oggi ci ha permesso, come Cus, di dimostrare quanto può fare lo sport universitario. Non è solo ricreazione. Altri atenei forse sono più indietro, ma noi abbiamo fatto moltissimo".
Città universitaria anche grazie a noi
Il Cus è stata una forza anche per quanto riguarda l'immagine di Torino città universitaria: "Lo dicevamo dieci anni fa, quando non lo pensava nessuno. Ora lo dicono tutti".
Tennis sì, rugby forse
E se ci si gode le Atp Finals, non mancano le dolenti note. Torino è l'unica città a non avere un campo da rugby, "ma abbiamo fatto il possibile per portare qui Italia-Nuova Zelanda. Speriamo che questo possa muovere le acque per creare una casa del rugby, per allenamenti e gare anche internazionali".
Buona politica per aumentare l'attrazione di studenti
La ricetta? "Serve la buona politica. Che si pensi al 2030-2035 e non solo a domani. Ci sono ancora ottime condizioni, in questo senso. Va bene la qualità dei corsi, ma Torino è anche una città accogliente. Possiamo arrivare a 150mila studenti, ma dipende dai servizi che la città garantisce agli studenti".
Proprio parlando di atenei, D'Elicio è ottimista: "Confido nel mandato di Corgnati come rettore del Politecnico: lui ama l'ateneo e conosce i bisogni di chi lo vive. Speriamo che nuovo entusiasmo arrivi anche dalle prossime elezioni a UniTo".