A Torino nel 2024 sono aumentati i poveri e le persone senza fissa dimora. Rispetto all'anno scorso si registra una crescita del 10% delle persone che si mettono in coda nei refettori per un pasto caldo, per un cappotto o maglione oppure sono costretti a dormire per strada.
Più poveri
A dirlo il direttore diocesano della Caritas Torino Pierluigi Dovis, inaugurando a Mirafiori Sud un nuovo centro di accoglienza per uomini e donne in difficoltà. "A livello nazionale - ha spiegato - quest'anno abbiamo ospitato nei nostri centri 36mila senzatetto: di questi 900 sono quelli che abbiamo incontrato nella Diocesi di Torino, ma anche Bra. Sono aumentati del 10% i clochard".
In parallelo sono cresciuti anche le richieste ai centri di ascolto, ai refettori per i pasti e nei luoghi che forniscono vestiti gratis: nel 2023 si erano rivolti ai diversi punti della Diocesi 18mila persone, mentre al novembre 2024 siamo già sopra i 19mila (aumento del 10%).
Una nuova casa
E per rispondere in parte a queste richieste di aiuto questa mattina la Caritas ha inaugurato in via Luigi Chiala 14 la "Casa porta di Speranza", al cui interno trovano sede quattro tipologie di servizio. Due spazi per accoglienza notturna (Betania e Lidia), dove dalle 17 alle 9 i clochard potranno dormire, ma anche fare una doccia, lavare i capi e una cucina per la cucina e la colazione. All'interno ci sono ventisei posti.
In parallelo é stato inaugurata anche la Piccola Sosta, uno spazio di socializzazione disponibile dalle 14 alle 17 il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato. A quest'ultimo servizio possono accedere tutti i senza dimora, non solo quelli accolti nei locali notturni.
I commenti
"Questi nuovi spazi - ha chiarito Dovis - si inseriscono in una rete più ampia, composta da otto luoghi di accoglienza, sparsi in cinque quartieri diversi che possono ospitare contemporaneamente cento persone". Dalla Vallette alla Gran Madre appunto a Mirafiori Sud.
"Anche in questa area della città - ha spiegato il presidente della Circoscrizione 2 Luca Rolandi - c'è molto povertà: bisogna fare rete comune. In questo quartiere, che è molto grande, abbiamo tante iniziative sia fisiche che religiose di accoglienza, come il centro notturno in corso Sebastopoli".
"Non è normale che aumentino i poveri - ha osservato il Vescovo di Torino Roberto Repole - così come non è normale che cresca la diffidenza. La prima parola da dire è grazie quando aprono strutture come queste: ci sono persone che si prendono responsabilità e le fanno vivere".
"Le nostre parrocchie, pure nella loro fatica, sono luoghi di chi si prende cura" ha concluso il Monsignore.