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Attualità | 08 novembre 2024, 11:56

Il vivaio Regio Parco “vede” un futuro con un'area riservata al verde pubblico e spazi aperti al quartiere

Lo studio fiorentino Pnat si occuperà della progettazione di un masterplan, calandolo nel contesto del quartiere in vista della ristrutturazione della Manifattura Tabacchi e della Metro2

Il vivaio Regio Parco “vede” un futuro con un'area riservata al verde pubblico e spazi aperti al quartiere

Un'area riservata al verde pubblico e spazi a vocazione ambientale aperti alla cittadinanza: è questo, in sintesi, il piano della Città di Torino per il vivaio municipale “Regio Parco”, in stato di sostanziale abbandono da circa 2 anni.

Il programma di recupero

L'area, situata in prossimità del Parco della Confluenza, è stata infatti inserita in un programma di recupero finanziato da Compagnia di San Paolo con 80mila euro destinati ad un masterplan da consegnare entro la prossima primavera: “Il progetto – sottolinea l'assessore al verde Francesco Tresso – dovrà soddisfare determinati requisiti, valutando le esternalità ambientali e sociali: successivamente all'elaborazione di un programma di gestione e di un business plan, andremo a cercare i finanziamenti necessari alla sua realizzazione guardando all'Europa e alle fondazioni”.

L'obiettivo finale è quello di creare uno spazio polivalente: “Manterremo – aggiunge Stefania Camisassa degli uffici del verde - una porzione di vivaio al nostro servizio, mentre l'altra verrà aperta alla cittadinanza e alle realtà interessate alla luce dell'evoluzione di un quartiere interessato da importanti opere come la ristrutturazione della Manifattura Tabacchi e le realizzazione della Metro2”.

Il progetto

L'incarico di progettare il masterplan è stato affidato allo studio fiorentino Pnat: “Siamo convinti - spiega l'architetto Antonio Girardi  che quel luogo abbia delle potenzialità inespresse incredibili e che possa diventare molto importante per la vita urbana di Torino. Legheremo innovazione, rigenerazione urbana, riforestazione e sperimentazione con la costruzione di un vivaio sociale dove realizzare laboratori didattici e la predisposizione di un'area per le esigenze del comune legate all'autosufficienza ambientale e al fabbisogno di verde”.

Marco Berton

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