Cultura e spettacoli - 07 novembre 2024, 08:16

Freak Film Festival: la prima rassegna cinematografica pensata dai ragazzi per i ragazzi

Fino al 10 novembre al CineBaretti. Cristina Voghera: "Il cinema aiuta i giovani a trovare risposte e nuove strade che non avevano immaginato"

Al CineTeatro Baretti, da questa sera fino a domenica 10 novembre va in scena il Freak Film Festival, promuovere il benessere tra i giovani. 

Si tratta di una prima edizione, come è nata l'idea? 
"L'idea nasce quando abbiamo accettato di partecipare a Feel Good Be Good - spiega Cristina Voghera, direttrice artistica cinema del BRTT -. Dovevamo sviluppare un progetto a favore di giovani così abbiamo pensato di realizzare un percorso formativo nel campo dell'esercizio cinematografico per giovani dai 18 ai 25 anni attraverso incontri con professionisti, finalizzato alla realizzazione di un festival cinematografico interamente ideato e realizzato dai ragazzi stessi. Il progetto ha voluto puntare al protagonismo dei giovani che sono diventati loro stessi ideatori della programmazione culturale in ambito cinematografico e protagonisti di azioni di responsabilità civica nel quartiere di San Salvario.

Per l'Associazione Baretti ETS è forte la necessità di avere gruppi di giovani che possano occuparsi di portare avanti iniziative (in particolare festival e rassegne) progettate per i coetanei e abbiamo quindi messo in campo tutte le nostre competenze consolidate e la nostra sala per far diventare i giovani non sono solo fruitori di iniziative proposte da altri, bensì co-creatori di contenuti e format che possano rinnovare la proposta culturale".

Il fil rouge di quest'anno è “cosa si è disposti a fare pur di essere visti?”. Perché avete scelto questo filone?

"La scelta è stata operata dai ragazzi stessi nel corso degli ultimi incontri al Baretti. Il dibattito è stato lungo e partecipato, ognuno ha portato alla luce degli aspetti su cosa volevano realizzare e su questo si sono confrontati. Sono stati incontri molto interessanti perché ci hanno fatto capire molto bene cosa vogliono i giovani e quanta creatività e competenze possono mettere in campo quando vengono chiamati a partecipare. Il nostro compito è stato quello di raccogliere ed esaminare tutte le loro proposte e constatare che, in fattor comune, il fatto di sapere cosa si è disposti a fare per essere visti era la linea che emergeva trasversalmente fra tutti. E questa è stata scelta".

L’analisi di questo sistema passerà attraverso le figure del ribelle, dell’inadeguato, del conformista e del radicale. Chi è per voi questa figura oggi? 

"Ieri, oggi e domani: i ribelli e gli anticonformisti non cambiano e restano coloro che guardano sì alle regole, ma le stravolgono e ne fanno un proprio codice. Proprio tra i giovani oggi troviamo i principali ribelli e anticonformisti. E questi ragazzi hanno saputo stravolgere le regole di una proposta 'mainstream' per proporci un cartellone ben articolare tra film, incontri con gli autori, musica, arte, riscoprendo dei classici e privilegiando opere con cui sia possibile un confronto e un dibattito che loro stessi sentivano come esigenza."

Come definirebbe i giovani oggi? E perché il cinema può aiutarli a trovare la propria strada?

"I giovani oggi sono globali, aperti, appassionati, tendenzialmente inclusivi. Cercano legami e alleanze tra loro, aspirano a sostenere gli altri, per dare valore alle persone e non con il solo fine di mostrarsi. Egocentrici e frangibili, sono allo stesso tempo caparbi e, a loro modo, utopisti. Vorrebbero fare la cosa giusta e, a differenza di altre generazioni, non sono ancora stanchi di provarci. Andare al cinema ci permette di evadere dalla routine e di immergerci in scenari diversi, di confrontare le nostre esperienze con quelle di altri, a volte anche molto lontane dalle nostre. Proprio in questo confronto e in queste possibilità si possono trovare risposte, spunti, riflessioni che aiutano i giovani a trovare risposte e nuove strade che non avevano immaginato. Anche i libri offrono queste possibilità, ma proprio per la tendenza dei giovani ad essere tecnologici e connessi, molto multimediali, il cinema è lo strumento più efficace per raggiungerli, per parlare con loro e per offrirgli nuove visioni e nuove possibilità".

È ancora presto per parlarne, ma l'intenzione è di riproporre il festival anche l'anno prossimo?

"Il progetto è partito per essere replicato, dobbiamo ancora decidere - e lo faremo subito dopo aver concluso questa prima edizione del Freak Film Festival, se tenere la stessa compagine di giovani o se ripartire con la formazione di un nuovo gruppo. La scelta sarà anche obbligata dalle scelte rei ragazzi che, proprio per l'età e la loro formazione, sono molto in movimento; alcuni sono in prossimità di concludere il loro percorso formativo universitario e alla ricerca di occupazione, altri provano esperienze Erasmus in giro per il mondo. Noi saremo sempre al loro fianco, a supportarli nelle scelte. La soluzione ideale sarebbe quella di tenerne almeno una parte e integrarli con altri nuovi, così da permettere tra loro stessi un passaggio di competenze ed esperienze. Se così fosse avremmo raggiunto al 100% il nostro obiettivo."