Trent'anni fa l'alluvione che devastò il Piemonte. Il 5 e 6 novembre 1994, dopo giornate di piogge intense, il fiume Tanaro esondò causando morti e danni nelle province di Cuneo, Asti e Alessandria. Un momento che segnò un prima e un dopo, creando una consapevolezza diffusa sull’importanza della prevenzione al dissesto idrogeologico nei nostri territori.
Lo Russo: "Servono risorse a fondo perduto"
Un tema sempre più di attualità, alla luce dell'alluvione di Valencia e nella zona circostante. "Siamo in un momento in cui questi eventi - ha commentato il sindaco Stefano Lo Russo -, al di là di qualcuno che continua a negarli, non sono più eccezionali ma purtroppo ricorrenti: credo sia giunto il momento di avere un ulteriore cambio di paradigma". "Per fare prevenzione, - ha poi aggiunto il primo cittadino - e per fare un’azione corretta, servono risorse economiche a fondo perduto: bisogna fare opere di contenimento, di mitigazione e le vasche di laminazione".
"Sono cose che richiedono una forte determinazione politica perché si scontrano contro interessi che ci sono, che sono legittimi e per certi aspetti contrastanti rispetto a un uso del suolo che invece deve essere vocato a una dimensione di tutela dell'incolumità delle persone e delle cose. Questi trent’anni devono servire certamente a celebrare le vittime, ma come monito e spunto per tutta la politica a tutti i livelli, per prendere ulteriore forza e consapevolezza e fare un ulteriore passo in avanti sulla difesa e contro il dissesto idrogeologico", ha concluso il sindaco.