Oggi a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale, l’Assessore Regionale al Patrimonio Gian Luca Vignale ha presentato il piano di valorizzazioni dei beni ferroviari dismessi dal Demanio alla Regione, alla presenza dei membri della Prima e Seconda Commissione. L’Assessore ha illustrato le azioni da intraprendere ai Presidenti Roberto Ravello (Prima) e Mauro Fava (Seconda) ed ai rispettivi commissari.
I beni già ferroviari sono stati trasferiti dal Demanio dello Stato, beni che consistono sostanzialmente in due tipologie: i primi di proprietà regionale ma concessi a RFI per necessità ferroviarie e, quindi, di fatto indisponibili al patrimonio, i secondi, invece, beni in disponibilità che constano di stazioni ferroviarie, terreni e altri fabbricati, più materiale vario da poter valorizzare e riqualificare.
A titolo di esempio sulla ferrovia Torino-Ceres, la Regione ha acquisito con la sdemanializzazione le stazioni in disuso di Porta Milano, Stazione Dora e Stazione Madonna di Campagna a Torino, mentre per la tratta Canavesana i locali commerciali e di servizio della stazione di Cuorgnè.
"Si tratta di un consistente patrimonio costituito da importanti beni immobiliari situati lungo le due tratte che si sviluppano a nord di Torino – ha spiegato l’Assessore Vignale alle commissioni – ci sono stazioni ferroviarie, locali commerciali, magazzini, tratti di ferrovia e terreni. La volontà della Regione è di rivitalizzare e riqualificare questi beni per restituirli alla collettività. Molti di questi immobili si prestano a svariati usi e destinazioni. Le loro posizioni sono strategiche, come è il caso di stazione Dora affacciata su piazza Baldissera o Porta Milano le cui potenzialità sono enormi. Dal materiale ferroviario storico contenuto, ma anche per dare nuova linfa a spazi per commercio, co-working, aggregazione e ricettività.
Coinvolgeremo il Comune, le Circoscrizioni, gli enti locali sede di stazione, il terzo settore e soggetti privati per fare di questi luoghi in cui sono transitati milioni di piemontesi luoghi vivi e a servizio del territorio. Questo piano di valorizzazione coinvolgerà presto tutti i comuni attraversati dalle due linee ferroviarie ancora attive.
A favore del piano abbiamo già un milione e ottocentomila euro per una prima attività di valorizzazione riguardante Porta Milano che diventerà il primo intervento con il quale restituire alla collettività un luogo i cui spazi saranno dedicati alla cultura, ad attività associativa e servizi".
"Ad ascoltare RFI e Trenitalia le ferrovie del Piemonte sembrerebbero godere di ottima salute. Oggi durante l’audizione in Commissione Trasporti è stato illustrato un elenco di investimenti indubbiamente importanti (molti dei quali, però, in ritardo sul cronoprogramma) ed è stata descritta una situazione di gestione quotidiana della circolazione dei treni che parrebbe essere sotto controllo. Una narrazione che stride assai con le testimonianze dei pendolari piemontesi e di tutti quei viaggiatori che, nonostante tutto, continuano ad affidarsi al trasporto pubblico locale. Sappiamo bene che la realtà purtroppo è assai diversa da quella emersa in Commissione: cancellazioni, ritardi, disservizi, guasti, carrozze affollate, bus sostitutivi insufficienti, stazioni abbandonate e spesso chiuse con i pendolari costretti ad attendere il treno al freddo, carenza di informazioni ai viaggiatori. E anche l’assessore Vignale, presentando il piano di valorizzazioni delle stazioni ferroviarie dismesse, ha unito auspici e realtà. Perché di concreto ci sono solo 1,8 milioni di euro per la ex stazione di Porta Milano a Torino a fronte di un investimento complessivo stimato in oltre 20 milioni. E non è chiaro quale sia l’effettivo progetto di riqualificazione culturale", attaccano i consiglieri regionali dem Nadia Conticelli e Alberto Avetta.