L’accesso alla Carta del Docente per i precari è un tema sempre più discusso, che ha spinto molti insegnanti precari a presentare ricorso. La Carta del Docente, prevista dalla legge 107/2015, garantisce ai docenti di ruolo un bonus annuale di 500 euro per la formazione, ma esclude i docenti con contratto a tempo determinato. Questa disparità penalizza i precari, che, pur svolgendo le stesse mansioni, non possono accedere a risorse per aggiornarsi e migliorare la qualità del proprio insegnamento.
Gli avv.ti Salvatore e Andrea Giannattasio sostengono che la mancata inclusione dei precari nel novero dei beneficiari della carta docente, si tramuta in una violazione sia dei principi costituzionalmente garantiti, sia delle direttive europee in tema di parità di trattamento tra lavoratori. Negli ultimi anni, diversi tribunali, in funzione del giudice del lavoro, hanno dato ragione agli avv.ti Giannattasio, riconoscendo ai docenti precari importi che in alcuni casi hanno raggiunto i 2.500 euro per ogni docente. Tuttavia, nonostante tali precedenti giurisprudenziali, gli insegnanti titolari di contratti di lavoro a tempo determinato, per far valere i propri diritti, si vedono ancora costretti ad azionare una procedura giudiziaria volta ad ottenere il bonus di 500,00 €.
La Carta del Docente rappresenta un supporto essenziale per il miglioramento professionale, cruciale per rispondere alle nuove sfide educative. Estendere questo bonus anche ai precari riconoscerebbe il loro contributo e garantirebbe equità all’interno del sistema scolastico. L’auspicio è che il Ministero dell'Istruzione intervenga in maniera radicale con una modifica normativa, rendendo finalmente accessibile a tutti i docenti un diritto fondamentale per la loro crescita e per la qualità della scuola italiana.
In attesa di un intervento legislativo, i docenti precari interessati possono intraprendere l’azione legale con i legali di giustiziascuola volta a farsi riconoscere, per gli incarichi annuali e fino al termine delle attività didattiche svolti negli ultimi 5 anni, il diritto negato.