Ha guidato i carri armati ed è stato al volante dei bus della Sapav, trasportando dalla Val Pellice studenti e lavoratori. Ora il torrese Vito Liotino ‘porta a spasso’ l’invito a leggere la Bibbia in bella mostra scritto su pannelli agganciati al bagagliaio del suo furgone arancione: “Mi muovo in Val Pellice, salgo fino a Bobbio Pellice, e giro anche a Vigone dove abita mia figlia”. Ottantaseienne, Liotino è ‘soldato’ – cioè aderente e volontario – dell’Esercito della Salvezza di Torre Pellice, ha ricoperto in passato anche il ruolo di ‘capitano’ e ha gestito per anni le Casermette di Bobbio Pellice. Della storia del movimento in valle custodisce la memoria con un archivio di documenti e storie. “Ho iniziato quest’anno a viaggiare portando con me l’invito a leggere la Bibbia. D’altronde giriamo tutti con scritte e loghi di aziende sulle nostre auto: perché non condividere con gli altri invece un messaggio di questo tipo? Per me la lettura del testo sacro è stata una liberazione: ha dato uno scopo alla mia vita”.
A Liotino questa lettura è costata molta fatica, nel 1962, quando ricevette in dono il Vangelo di Giovanni alla sede di Torino dell’Esercito della Salvezza, non sapeva ancora leggere bene ed era inquieto: cercava un modo nuovo per gestire la propria vita. “Sono nato nei trulli Gioia del Colle e sempre in un trullo sono andato a scuola per qualche anno. A Torino arrivai prima per fare il servizio militare e poi per trovare lavoro come operaio – racconta –. Fui attirato nella sede dell’Esercito della Salvezza di corso Vittorio dai canti che sentivo intonare all’interno e lì fui accolto fraternamente e ricevetti il Vangelo. Me ne andai allora in un prato di corso Montecucco e con fatica cominciai a leggere”. Dovette tornare più volte sulle stesse pagine ma piano piano cominciò ad addentrarsi nel testo: “Ogni parola cominciò a toccarmi nel profondo, ad aiutarmi a trovare un nuovo scopo: sono rimasto lì a leggere e piangere per ore”.
Solo fino a qualche tempo prima non si sarebbe immaginato di avvicinarsi alla fede: “Nato in una famiglia contadina e cattolica, i santi li ricordavo solo per bestemmiare – sorride –. Eppure, se ci penso ora, Dio mi aveva già dato tanti segnali, come quando a dieci anni rischiai di precipitare nelle Gravine di Castellaneta solo per seguire i capretti ”.
Per lui la fede è anche una protezione: “È come la corteccia per un albero”. Secondo lui sono proprio le metafore con gli elementi naturali a rendere possibile una comprensione immediata del messaggio biblico: “Nella Bibbia si parla di pecore, serpenti, uccelli, gigli, caprioli... Si usano metafore alla portata di tutti ed iniziare a capire il suo messaggio è semplice, spontaneo, come per i bambini imparare a camminare”.
Con la sua iniziativa Liotino vorrebbe condividere con gli altri la sua esperienza spirituale: “Nel Vangelo potranno già trovare tutto ciò di cui hanno bisogno”. Finora le reazioni di chi l’ha incontrato per strada sono state positive: “Qualcuno batte le mani, altri alzano il pollice in segno di approvazione” rivela. E lui è soddisfatto del risultato: “Mi fa sorridere considerare che ho iniziato a guidare imparando a manovrare i carri armati in caserma in corso Brunelleschi ed ora porto in giro un messaggio silenzioso e quotidiano di speranza”.