Il sogno di donare una nuova vita al rifugio antiaereo di Borgo Filadelfia è un po' più vicino alla sua realizzazione.
E' stata infatti depositata nei giorni scorsi la petizione di molti cittadini che chiedono all'amministrazione di prendersi cura della testimonianza della Seconda Guerra Mondiale per riportarlo agli antichi splendori.
Un angolo di città ricco di storia
L'idea, addirittura, sarebbe quella di trasformarlo in un museo che racconti un pezzo di storia cittadina. Proprio in una fetta di Torino che, di storia, ne custodisce tanta. Nel giro di pochi isolati, infatti, ci sono anche lo stadio Filadelfia (che ospitava il Grande Torino di capitan Valentino Mazzola) e l'ex fabbrica del Chinino di Stato (oggi sede del comando locale dei Vigili Urbani). E ancora gli ex mercati generali, trasformati nel Moi in occasione delle Olimpiadi Invernali del 2006 e oggi - anche loro - in attesa di un rilancio.
Un anno di raccolta firme
Nel giro di poco più di un anno, le firme raccolte sono state circa 340, superando la soglia minima necessaria per questo tipo di iniziative, che si fissa a trecento. "Ora attendiamo risposte concrete dal Comune - dicono i responsabili dell'iniziativa tramite i canali social -. Un ringraziamento a tutti coloro che ci hanno aiutato nella raccolta firme o comunque ne hanno parlato".
Quattordici metri sotto terra
Il rifugio osserva la storia scorrere ormai da oltre mezzo secolo a 14 metri di profondità ed è lungo circa 60 metri. Conta su tre gallerie parallele larghe 4,5 metri, secondo un impianto tipico dei rifugi antiaerei costruiti a Torino a partire dal 1942: la struttura era dotata di quattro punti di accesso e uscita, in posizioni contrapposte per garantire le vie di fuga.
Oggi solo rimane quella nell’angolo nord-ovest: un volume che emerge dal piano strada con due scalette di accesso. Le rimanenti tre risultano compromesse da demolizioni con successivi riempimenti eseguiti in occasione della realizzazione del parcheggio per le Olimpiadi del 2006. Proprio in occasione delle Olimpiadi, la struttura ha rischiato di essere abbattuta completamente. Un'azione cui si era opposta l'associazione culturale Filadelfia che grazie alla raccolta di oltre 5 mila firma aveva ottenuto dal Comune la garanzia di non abbattere il bunker e che anzi che si sarebbe lavorato proprio per metterne in sicurezza almeno il primo piano.