Residenti, sindacati e forze politiche sono scesi in strada per protestare contro l'annunciata chiusura dell'ufficio postale di corso Casale 196. Così come per altri quattro sportelli in città la decisione di tirare giù le serrande proviene direttamente da Poste Italiane, una scelta fortemente criticata che oggi conta più di 600 firme contrarie.
Una situazione già vissuta nel 2019
Uno scenario che non sembra essere nuovo, infatti la medesima situazione si era verificata nel 2019 e così come allora ad essere in prima linea per chiedere un 'dietro front' su questa scelta è la Circoscrizione 7. Inoltre la raccolta firme, già avviata da oltre una settimana nel quartiere, ha visto il sostegno di numerosi esercenti e luoghi di riferimento della zona, tra cui il centro incontri di corso Casale 212 che rimarrà a disposizione di chi vorrà ancora firmare fino al 13 novembre.
"Nel 2019 Poste italiane aveva già provato a chiudere questo ufficio, dopo cinque anni ci riprovano dimenticando la loro missione – ha spiegato il presidente della Circoscrizione 7 Luca Deri – Recentemente infatti hanno approvato il progetto 'polis', al fine di ampliare i servizi alla cittadinanza, pensiamo che però questi servizi debbano essere integrati anche in sportelli di quartiere come quello di corso Casale. Il presidio dimostra l'importanza di questo luogo per i cittadini, continueremo quindi in questa direzione per chiedere di evitarne la chiusura".
"Non c'è più nulla in questa zona"
Un'ulteriore dimostrazione, rispetto a quanto gli sportelli di corso Casale sembrerebbero essere davvero fondamentali per i residenti, si trova proprio a due passi dagli uffici delle poste: all'altezza di corso Casale 204 c'è il bar "L'arte del gusto", che da solo è riuscito a raccogliere oltre 300 firme.
"Non devono chiudere perché non c'è più nulla in questa zona, ha chiuso la banca e il ristorante cinesi e sicuramente molta altra tanta gente chiuderà i conti in posta, perché e impensabile fare code chilometriche – ha commentato Patrizia, la titolare del bar – L'ufficio più vicino si trova in strada Mongreno a venti minuti di distanza a piedi, le persone anziane come fanno ad arrivare fino a laggiù? Dopo il primo tentativo di chiusura speriamo che anche questa volta cambieranno nuovamente idea".
Gli altri uffici postali a rischio chiusura
Un caso che però non si è limitato solo alla Circoscrizione 7 interessando tutta la città, infatti nel mirino delle prossime chiusure ci sono anche gli uffici che si trovano in via Nizza 88, via Francesco Guicciardini 28, via Verres 1/A e in via alla Parrocchia 3/A.
Di conseguenza, visto che il caso si è espanso su più fronti, ad aggiungersi alla protesta sono stati anche il sindacato SLC-CGIL, alcuni esponenti del PD del Comune e della Regione, oltre ad alcuni parlamentari di PD, tra cui Andrea Giorgis. Intanto il caso è arrivato fino a Roma, dove il deputato del Movimento 5 Stelle Antonino Iaria ha indirizzato al ministro delle Imprese un'interrogazione parlamentare per chiedere ulteriori analisi.
"La decisione di Poste Italiane è legata alla volontà del governo di andare nella direzione della privatizzazione delle Poste – ha dichiarato Iaria – Il tema fondamentale è che le poste non possono lavorare solo con l'ottica del profitto, sarebbe un errore non capire come la capillarità sul territorio sia fondamentale per il servizio dato ai cittadini. Abbiamo elaborato un'interrogazione parlamentare a tal proposito e ora dal governo devono darci delle risposte".
Il no unanime di sindacati e politici
"Come Consiglieri del Gruppo PD siamo di nuovo in prima linea per far sentire la nostra voce e chiedere con forza che gli uffici postali rimangano aperti", dichiarano congiuntamente il capogruppo del PD Claudio Cerrato, il vice capogruppo Pietro Tuttolomondo e la consigliera regionale Nadia Conticelli.
I tre esponenti del Pd hanno poi aggiunto: "Questi servizi sono fondamentali per la vita quotidiana della nostra comunità, specialmente per le persone più anziane e per chi vive in aree meno servite. Non possiamo accettare che un servizio così essenziale venga ridotto o eliminato. Continuiamo a unirci per proteggere i nostri diritti e il nostro territorio".
“Le 600 firme raccolte spontaneamente dalla cittadinanza per l’ufficio di Poste Italiane di corso Casale, prossimo alla chiusura, sono un segnale chiaro: la popolazione vuole che i servizi restino di prossimità: così Beppe Piras, consigliere di Sinistra Ecologista della Circoscrizione 7. "I servizi, utili a cittadine e cittadini in particolare modo in un quartiere dall’elevato numero di generazioni più avanzate con l’età, devono essere raggiungibili al massimo in 15 minuti, mentre qui si vogliono costringere le persone a fare km per delle semplici operazioni postali. Il profitto non può e non deve essere l’unica logica con cui vengono prese decisioni che incidono così tanto sulla vita delle persone”.
Il cartello appeso all'esterno "Chiusura ufficio"
Per il momento gli sportelli di corso Casale 196 sono comunque aperti, anche se l'ormai confermata chiusura è chiaramente indicata da alcuni cartelli appesi fuori: "Chiusura ufficio. Dal 16/12/2024 questo ufficio chiuderà e non sarà più operativo".