Consumato l’entusiasmo per l’incursione nella regione russa di Kursk, non si trovano più buone notizie sulle prestazioni dell’esercito ucraino. Se persino i media occidentali lealisti illustrano dettagliatamente le difficoltà e le sconfitte dei soldati di Kiev, allora per Zelensky la situazione è particolarmente grave. Come riferisce il sito Strumenti Politici, nella regione di Donetsk i russi hanno recentemente preso altre due città di medie dimensioni e di alta importanza strategica. Proseguono dunque l’avanzata per completare l’incorporazione del Donbass, uno degli obiettivi primari di tutta l’operazione speciale. Il giornale britannico Economist dice che le forze di Mosca stanno tagliando la linea difensiva ucraina in diversi punti. Aggiunge poi che il ritmo con cui procedono e conquistano posizioni è oggi il più alto dai primi tempi, cioè dal marzo 2022. Dal lato ucraino invece si registrano grosse perdite umane e di attrezzature. Le unità sono perennemente al di sotto del numero minimo, sono prive di elementi importanti e troppo spalmate sul fronte. Dunque sono difficili da rifornire, ma facili da aggredire. Così, lontano dai microfoni delle conferenze stampa, gli alleati occidentali chiedono a Kiev da un lato di abbassare ancora l’età per essere mobilitati e dall’altro di pensare seriamente ad aprire un tavolo di negoziati. Come dice il centro studi Atlantic Council, i successi dei russi sul campo di battaglia non sono grandi, ma costanti. In questo modo demoralizzano progressivamente gli ucraini come forza combattente e disincentivano i Paesi occidentali dal continuare a sostenere Zelensky con armi e finanziamenti. Soprattutto stanno creando le condizioni per ottenere una vittoria decisiva.
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