L’ambiente è macabro, orrorifico, ma non funereo. Sulle pareti chiazze e scritte rosse, ragnatele calano sulle luci soffuse, teschi disegnati sui muri sopra le poltrone in cuoio marrone. Sembra di essere sul set di un film di Sam Raimi, ma è lo Shamrock, lo storico pub di corso Vittorio Emanuele II, trasformato per tre giorni di festa che sanciranno la fine di un’epoca.
Dopo il 2 novembre, infatti, il locale sarà svuotato. Qui sorgeranno degli appartamenti, nuovi di pacca. È la gentrificazione (bruttezza). Ma oggi si pensa a festeggiare e non se ne fa un dramma.
Tre giorni di festa e tanto affetto
Il telefono del titolare Alessandro Carbonara, della Five Pints Srl, la società che ha preso in gestione a riscatto il locale a fine 2019, è imballato di sms e whatsapp, di persone che vogliono bloccare un tavolo per dare l’ultimo saluto a un luogo che resterà nella memoria di tanti torinesi.
Un affetto che nell’ultimo mese è stato dimostrato da un afflusso continuo di clienti, come conferma lo stesso Carbonara.
“Di questo siamo super contenti, - racconta il titolare - per il resto ci spiace che debba chiudere un pezzo di Torino."
Le feste Erasmus e l'epoca degli Irish Pub
"La nostra scelta di venire qui era dettata anche dalla nostra frequentazione. Avevo 21 anni, nel ’96, quando nacquero le prime serate Erasmus del giovedì. Era divertente passare dallo Shamrock al Lucky Nuggets, locale di fronte, ora diventato un supermercato. È stato per me l’inizio della frequentazione degli Irish pub. Ma la nostra tappa fissa era qua, da Giorgio (il gestore dell'epoca ndr). Ma purtroppo è andata così…”.
La (non) inaugurazione nel primo giorno di lockdown
La Five Pints Srl ha stipulato il contratto nel dicembre 2019. L’inaugurazione, poi saltata, era stata fissata nel primo giorno di lockdown nazionale. Una partenza a rilento con aperture a singhiozzo e con una clientela che è tornata a frequentare i locali, come prima, solo poco tempo fa.
“Abbiamo preso lo Shamrock chiuso, con il Covid, arrivando da una gestione che aveva avuto qualche difficoltà a rilanciare il locale - prosegue Carbonara - lo abbiamo ritirato su, riportato ai suoi albori, ma poi…”.
La vendita e il riscatto che non c'è stato
E poi tutto l’immobile del civico 34 di Vittorio Emanuele II e che in parte dà su via Accademia Albertina, di proprietà di due fratelli, è stato venduto due anni fa ad una società di real estate che ne farà appartamenti.
“Noi saremmo diventati titolari del contratto d’affitto e delle licenza a dicembre di quest’anno - spiega - Lo Shamrock, per ragioni burocratiche, non si poteva comprare. La gestione a riscatto era l’unica maniera per poter entrare e continuare. Il vecchio titolare ha preso accordi con la proprietà, ha recesso il contratto di affitto, mentre la sua società ha avviato le pratiche tramite curatore fallimentare. Ci siamo dovuti ricomprare tutto all’asta pagando due volte quello che già avevamo comprato. In questo modo abbiamo recuperato materiale e arredo oltre al nome dello Shamrock, che porteremo da un’altra parte.”
Non è la fine dello Shamrock
Non un addio, quindi. Ma un arrivederci. Lo storico pub sorgerà, con la stessa impostazione e lo stesso nome, in un altro angolo della Città. Sul dove non è ancora dato sapersi. I luoghi visionati sono stati tanti, come conferma Carbonara, ma la scaramanzia non è mai troppa.
“Aspettiamo di firmare il contratto - conclude - ma, come si dice, restate sintonizzati. Per ora sappiamo che abbiamo 15 giorni per svuotare tutto. Ma noi vogliamo continuare, non molliamo. Siamo troppo legati allo Shamrock.”
E intanto scorreranno "fiumi di birra” per la tre giorni di festa che si concluderanno il 2 novembre, il giorno dei morti. Che sarà, in questo caso, l’inizio di una nuova vita, chissà dove, sempre sotto l'insegna di “The Shamrock Inn”.