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Attualità | 30 ottobre 2024, 10:52

Casa Artissima all'ex Zoo di Parco Michelotti, un sogno a occhi aperti? Fassi: "Ci piacerebbe un progetto con eventi tutto l'anno"

L'idea coinvolgerebbe nel rettilario realizzato da Venturelli. Nel frattempo, inaugurano per il secondo anno gli eventi off della kermesse: un'opera video di Andro Eradze e per la prima volta al Museo delle Scienze Naturali, l'installazione video di Julian Charrière e Julius Von Bismark

Casa Artissima all'ex Zoo di Parco Michelotti, un sogno a occhi aperti? Fassi: "Ci piacerebbe un progetto con eventi tutto l'anno"

Artissima esce dagli spazi dell’Oval e torna al Parco Michelotti dove la stessa kermesse un giorno vorrebbe realizzare una “Casa Artissima” all’interno dell’ex rettilario realizzato da Enzo Venturelli: “Abbiamo voluto fare presente al Comune che ci siamo - spiega il direttore Luigi Fassi -. Siccome siamo nell’edizione dei “sogni a occhi aperti” ci piacerebbe pensare a un progetto per realizzare eventi legati ad Artissima tutto l’anno”. 

L’edificio, realizzato alla fine degli anni ‘50 per ospitare i rettili dell’ex zoo, è stato dismesso come le altre strutture del Parco dedicate agli animali con la chiusura nel 1987. Un’opera rappresentativa del brutalismo di Venturelli che sembra evocare la schiena di un serpente.  

“Nell’ultimo anno ha avuto un cedimento importante, ma è solo la punta dell’iceberg” conferma il direttore di Artissima che qui ospita per il secondo anno, l’opera di un artista presente anche in fiera.

Si tratta di un’opera video di Andro Eradze della durata di circa 8 minuti proiettata dalle 10 alle 22 per tutta la settimana dell’art week.  

Allestita davanti a quella che era la casa degli elefanti e delle giraffe, racconta il rapporto tra uomo e animale a partire dal suo paese d’origine.  

Girato in una zona boschiva della capitale d8 Tiblisi, in uno scenario notturno rappresenta vari elementi non subito chiari: flash veloci di animali selvatici, felini e volatili, in uno stato di immobilità. Poi si popola di chiasso con fuochi d’artificio che rappresentano l’effetto devastazione al contrario dell’elemento di festa cui siamo abituati. Un punto di vista in cui gli animali sembrano già tassidermizzati, come se fossero una rappresentazione traumatica dalla presenza degli uomini che ormai hanno distrutto la possibilità di vita dell’animale. 

L’opera si ispira anche a un poema georgiano, in cui protagonista dialoga con la natura, ma deve poi scegliere se unirsi a quel mondo misterioso e complesso o scegliere le relazioni sociali. “Un dissidio su come possiamo dialogare con la natura e le nostre esigenze antropiche”.   

Dal Parco al Museo 

Oltre al Parco Michelotti quest’anno Artissima ha coinvolto per la prima volta anche il Museo delle Scienze Naturali con l’opera Objects in Mirror Might Be Closer Than They Appear realizzata a quattro mani da Julian Charrière e Julius Von Bismark. Un’opera che per il tema sembra entrare in dialogo con quella al Parco Michelotti. 

“Artissima vuole confrontarsi e contaminarsi con altre realtà che non si occupano di arte contemporanea. L’idea ovviamente è che non finisca qua” spiega Fassi  

“C’è stata chimica da subito con Artissima perché volevamo questa contaminazione culturale. E davvero speriamo che sia solo l’inizio. Questo era solo l’antipasto” conferma il direttore del Museo Marco Fino. “Dalla bellezza nasce la curiosità e dalla curiosità nasce la conoscenza, è un fil rouge che porta al sapere”. 

Collocata nella Sala delle Meraviglie, l’installazione video esplora l’area di Chernobyl con i suoi cambiamenti dall’esplosione del 1986 ad oggi. Un luogo diventato ricco di vegetazione e fauna in cui paradossalmente c’è una grande biodiversità. 

Testimone eloquente di questo strano insieme di distorsioni è un cervo sul quale è stata collocata una telecamera, puntata su uno degli occhi e che riflette la luce con una funzione speculare rispetto all’ambiente, anche se distorta in virtù della forma sferica dell’occhio.

“Vuol dire che dobbiamo sempre interpretare quello che vediamo” aggiunge Fassi. 

Il secondo elemento del video sono alcune immagini di repertorio della NASA, una collezione di prime e rare immagini della Terra come vista dallo spazio. Anche qui ci offre un’immagine confusa e intuitiva forse anch’essa distorta come se noi non fossimo più lì. 

Gli altri progetti in città 

Le Gallerie d’Italia ospitano la rassegna di film e video d’artista, The Underground Cinema, mentre all’Unione Industriali per Luci d’Artista, ci sarà l’opera di Erik Saglia, Euridome, infine all’Hotel Principi di Piemonte quest’anno ci sarà il progetto Afasia 1 di Arcangelo Sassolino. 

Chiara Gallo

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