Il CPR di Torino deve restare chiuso e si valuti la riqualificazione dell’area per progetti culturali, aggregativi e di inclusione. Lo afferma la consigliera regionale del PD Nadia Conticelli prima firmataria di un ordine del giorno del Partito democratico a Palazzo Lascaris.
“L’annunciata riapertura della struttura, ci preoccupa – dichiara Conticelli - in quanto il suo impianto così come concepito, non solo architettonico ma sociale, non è dignitoso per chi viene ospitato, né sicuro per i residenti della zona che lo ospita. Gli ospiti dei centri di permanenza sono in attesa di rimpatrio e devono essere trattenuti in condizioni rispettose dei loro diritti.
“Il centro di permanenza temporanea di corso Brunelleschi a Torino è il più costoso d’Italia: spesa che non è confortata da risultati – ricorda Conticelli - . Come sottolineato dall’ordine del giorno che abbiamo presentato, nel 2022 nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino, al 23 ottobre 2024 ancora chiuso per lavori di adeguamento e manutenzione, sono state trattenute 879 persone, di cui 199 provenienti dal carcere e 680 cittadini liberi, con un tasso di rimpatri del 24% meno della metà della media nazionale.
Conticelli condivide inoltre alcuni dati al centro dell’ordine del giorno:
“Sotto il profilo dei costi l’analisi “Trattenuti” a cura di ActionAid e del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Bari sottolinea che il costo medio annuale per la gestione e per la manutenzione ordinaria e straordinaria per la struttura Brunelleschi è di 2.345.241,75 euro.
“Negli ultimi anni c’è stato un incremento di eventi critici e gesti anticonservativi. Negli ultimi mesi del 2021 i tentativi di suicidio sono stati 110. Il Servizio di emergenza sanitaria territoriale 118 della Città Metropolitana di Torino negli anni 2021 e 2022 ha registrato una forte crescita di pazienti trasportati, rispettivamente 192 e 201, rispetto ai 22 del 2019 e ai 32 del 2020. Numeri che rendono di fatto fallimentare l’esperienza del CPR di Torino”.
“Noi crediamo che quel denaro possa essere meglio investito, con una generale revisione delle politiche migratorie e con il potenziamento delle politiche di inclusione attraverso il confronto con le parti sociali e il terzo settore – osserva Conticelli - . “Il Consiglio Comunale di Torino, subito dopo la chiusura del 2023, ha approvato un ordine del giorno per chiedere che il CPR di corso Brunelleschi non venisse riaperto e il 9 ottobre scorso la Circoscrizione 3 di Torino, territorio su cui il CPR di corso Brunelleschi è costruito, ha approvato un ODG dove ne viene chiesta la chiusura definitiva”.
“Ora il nostro ordine del giorno dà ulteriore forza alle Istituzioni locali impegnando Il Consiglio regionale del Piemonte a mettere in atto ogni azione possibile presso il Ministero dell’Interno affinché il CPR di corso Brunelleschi a Torino resti chiuso, anche ricordando come i rimpatri siano resi ancora più difficili da raggiungere in assenza di accordi bilaterali fra l' Italia e i Paesi di provenienza dei migranti – conclude Conticelli - Si investa, al contrario, in un’azione di indagine sul territorio attraverso un tavolo di lavoro con gli Enti locali e il terzo settore allo scopo di individuare soluzioni alternative al trattenimento, volte a rafforzare la tutela dei diritti dei cittadini stranieri destinatari di provvedimenti di espulsione, destinandoli in strutture idonee alla loro permanenza in base alle caratteristiche culturali, tenendo conto delle eventuali problematiche sanitarie e psichiatriche e garantendo di conseguenza la sicurezza dei cittadini tutti”.
Stando al bando pubblicato dalla Prefettura, è prevista per il 1/11 la riapertura del del CPR di corso Brunelleschi, chiuso dal marzo del 2023, dopo una gara d’appalto da 8 milioni e mezzo di euro per la gestione. Ma gli esiti del bando non sono ancora sono ancora pubblici e i termini di riapertura sono incerti.
"Domani in Consiglio regionale chiederemo quando come e se riaprirà il CPR. Finora la reticenza dei Ministeri è stata notevole. Già non è stata tenuta in considerazione la posizione del Comune di Torino, almeno vorremmo avere notizie certe su cosa intende fare lo Stato sul territorio cittadino", ha detto Alice Ravinale capogruppo AVS in Regione. "Il CPR è una struttura inutile e disumana, un enorme spreco di risorse pubbliche, 163 euro al giorno a individuo, per far star male le persone, di cui meno di un quarto vengono poi rimpatriate. Lo ha già detto la Città di Torino con un ordine del giorno dell’anno scorso, lo ha ribadito la Circoscrizione 3 che questa sera ospiterà un incontro con Ordine dei Medici, Garante dei detenuti, sindacati e associazioni alle ore 18.00 e lo ripeteranno tanti cittadini e tante cittadine alla manifestazione di venerdì 1° novembre".
"Le persone entrano nei CPR senza essere colpevoli di nulla, per il solo fatto di avere il passaporto sbagliato in tasca", continua Ravinale "ma vengono di fatto detenute in condizioni vergognose con conseguenze e danni psicologici incalcolabili. Per ben 18 lunghi mesi il 30% di loro vivrà aspettando di essere rimpatriato nel paese di origine, quello con cui l’Italia ha stretto accordi; gli altri invece usciranno dopo aver subito un limbo ingiusto e senza dignità. Basta CPR a Torino, in Italia e in qualsiasi altra parte d’Europa".