Cinque uffici postali verso la chiusura: questa mattina la protesta è andata in scena in via Nizza. Il presidio è stato organizzato da SLC Cgil per chiedere a Poste Italiane di ripensare la chiusura degli uffici, che penalizzerebbe soprattutto le fasce più deboli di cittadini come gli anziani e gli stranieri. Richiesta inoltre l'apertura di un dialogo tra azienda, istituzioni e lavoratori per fare fronte alla carenza di personale che sta colpendo le Poste.
"La maggioranza degli uffici è sotto organico"
"La stragrande maggioranza degli uffici - ha dichiarato Salvatore De Luca di SLC Cgil Piemonte - sono in carenza di organico. Questo ricade sulla condizione sia dei lavoratori che sono sottoposti a pressioni e a condizioni di lavoro molto difficili, sia sui disservizi che ricadono poi sui cittadini che si recano negli Uffici Postali".
Gli uffici destinati alla chiusura sono quelli di via Nizza 88 (Torino 55), via Francesco Guicciardini 28 (Torino 13), via Verres 1/A (Torino 78), corso Casale 196 (Torino 53) e via alla Parrocchia 3/A (Torino 54), situati nei quartieri di Madonna del Pilone, Cavoretto e Barriera di Milano a Torino nord est e in zona centro e San Salvario. Il centro di incontro di corso Casale 212 ha dato il via ad una raccolta firme per dire no alla chiusura dell'ufficio di corso Casale.
La politica unita nel dire no
La politica locale, dal sindaco Stefano Lo Russo alle circoscrizioni, si è compattata nel chiedere di non chiudere gli uffici in questione. Presenti al presidio di questa mattina consiglieri comunali e regionali di PD, Movimento 5 Stelle e Sinistra Ecologista.
Tutte le iniziative in programma
Diverse le azioni intraprese: la capogruppo PD in Consiglio Regionale Gianna Pentenero ha presentato un'interrogazione urgente che sarà discussa domani pomeriggio, sia il capogruppo in consiglio comunale del Movimento 5 Stelle Andrea Russi che il consigliere PD Pietro Tuttolomondo hanno presentato una proposta di ordine del giorno in calendario per oggi pomeriggio e i consiglieri della circoscrizione 7 della Lega Daniele Moisio e Daniela Rodia hanno annunciato una mobilitazione.
Presenti al presidio di stamattina sia la presidente del gruppo Pd a Palazzo Lascaris Gianna Pentenero che la consigliera firmataria di un'interrogazione urgente sulla questione Nadia Conticelli. "Vogliamo che si trovi una soluzione di compromesso perché non si continui questa desertificazione dei servizi in città, così come avvenuto in tanti territori periferici. La Giunta deve impedire che questo accada. Noi faremo la nostra parte accanto ai piemontesi, continuando a manifestare dissenso nei prossimi giorni e negli altri presidi organizzati, nonché con una forte opposizione politica".
"Gli uffici postali offrono servizi essenziali rivolti soprattutto alle persone anziane e a quelle più fragili. La chiusura rappresenta una perdita inaccettabile per i territori distanti e per le persone più esposte nelle periferie della città. Accanto al sindacato per difendere lavoratrici e lavoratori e le persone fragili che più utilizzano i servizi postali", ha dichiarato la consigliera regionale di AVS Valentina Cera.
La consigliera regionale Giulia Marro ha partecipato al sit-in insieme ad una delegazione di Possibile guidata dalla segretaria nazionale Francesca Druetti. “Ci dicono che si tratta di una riorganizzazione, ma la realtà è che stanno semplicemente tagliando i servizi”, ha dichiarato Druetti. “La digitalizzazione è fondamentale, ed è un processo ancora in corso: in un Paese con una popolazione anziana, un digital divide ancora profondo e una crescente necessità di supporto per la popolazione migrante, la riduzione degli uffici postali rischia di lasciare indietro troppe persone”.
"Continueremo ad ogni livello istituzionale a portare le istanze del territorio e di lavoratori e lavoratrici contro questa scelta di Poste Italiane" ha infine commentato il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Marco Grimaldi.
Il consigliere regionale del M5S Alberto Unia ha presentato un question time per scongiurare la chiusura degli uffici postali, che sarà discusso domani a Palazzo Lascaris. Anche il presidente della Circoscrizione 8 Massimiliano Miano dice no alla chiusura degli uffici postali: "Per i residenti di Cavoretto l’interdizione dell’unico ufficio postale sarebbe drammatica. Negli ultimi anni i servizi essenziali nel borgo collinare di Cavoretto sono pressoché azzerati; dapprima con la chiusura dello sportello Bancomat di Intesa Sanpaolo, oggi con la più che probabile conferma di chiusura dell’unico ufficio postale. Per questo chiediamo al sindaco Lo Russo di farsi portavoce presso il Ministero dell’Economia e Finanze, affinché tra l’elenco dei siti di Poste Italiane di prossima dismissione, venga per lo meno stralciato quello relativo al quartiere di Cavoretto".