Attualità - 25 ottobre 2024, 11:24

“Un altro corso Belgio è possibile”: ecco il manifesto programmatico del comitato che dice sì alla riqualificazione della via

Il gruppo di cittadini, ribattezzato “RiqualifichiAmo corso Belgio”, si fa promotore della necessità di avviare il restyling dell'alberata, dei marciapiedi e dell'arredo urbano

Il gruppo di cittadini, ribattezzato “RiqualifichiAmo corso Belgio”, si fa promotore della necessità di avviare il restyling dell'alberata, dei marciapiedi e dell'arredo urbano

Un altro corso Belgio è possibile”: con questo slogan, preso in prestito dal movimento no global, si presenta ufficialmente alla cittadinanza il comitato che dice sì alla riqualificazione della via, negli ultimi due anni oggetto del contendere (con strascichi anche in tribunale) tra il Comune e il comitato “Salviamo gli alberi” soprattutto per quanto riguarda il progetto di taglio e sostituzione degli aceri storici.

RiqualifichiAmo corso Belgio

Il gruppo di cittadini, ribattezzato “RiqualifichiAmo corso Belgio”, si fa promotore della necessità di avviare al più presto il restyling dell'alberata, dei marciapiedi e dell'arredo urbano attraverso il coinvolgimento della cittadinanza: “Desideriamo – annunciano – sollecitare l'inizio dei lavori ad oggi rinviati. C'è anche un corso Belgio che guarda avanti con voglia di cambiamento ed efficienza, di bello e convivialità: vogliamo un posto dove tutti i cittadini possano trovare il proprio spazio con il piacere di passeggiare, fare shopping e socializzare; guardiamo avanti e aspiriamo al miglioramento pensando al futuro perché ci meritiamo un bel posto dove vivere”.

Il “manifesto” programmatico

 

Il comitato ha redatto anche un vero e proprio “manifesto” programmatico con delle richieste specifiche: tra queste, quella di abbattere le barriere architettoniche, di rifare i marciapiedi, di mettere in sicurezza in parcheggi per le auto e i percorsi per il raggiungimento delle fermate del trasporto pubblico e di inserire nuovo arredo urbano come archetti portabici, panchine e cestini per i rifiuti. Ma il punto sicuramente più “caldo” è proprio quello degli alberi: “Oggi, dopo oltre 70 anni, molti di questi aceri sono a fine vita: vogliamo nuove piante, sane, che non ci caschino in testa” concludono.