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Attualità | 23 ottobre 2024, 06:00

A Torino cinque uffici postali a rischio chiusura, Lo Russo: "Siamo contrari"

Poste Italiane vuole puntare sulla digitalizzazione ed i servizi online: "Apriremo anche un nuovo spazio di coworking"

A Torino cinque uffici postali a rischio chiusura, Lo Russo: "Siamo contrari"

Entro fine 2024 rischiano di chiudere cinque uffici postali di Torino, ma il sindaco Stefano Lo Russo prova a stoppare l'iniziativa. Poste Italiane vuole puntare sempre di più sulla digitalizzazione, sul potenziamento dell'App per i pagamenti e gli altri servizi online.

Gli uffici che chiudono

A fare le spese di questo piano di riorganizzazione sono i cinque presidi, che abbasseranno definitivamente le serrande: via Nizza 88 (Torino 55), via Francesco Guicciardini 28 (Torino 13); via Verres 1/A (Torino 78); corso Casale 196 (Torino 53) e via alla Parrocchia 3/A (Torino 54). Ad essere maggiormente colpite dalla scure le zone di Torino est e nord, con tre chiusure di uffici postali tra Madonna del Pilone, Cavoretto e Barriera di Milano. Tocca poi al centro e San Salvario.

Lo Russo: "Piena contrarietà"

Lo stop all'attività dei cinque uffici è stata comunicata all'amministrazione però solo lo scorso 14 ottobre. Ed il sindaco Lo Russo si è immediatamente attivato, mandando una lettera al responsabile dell'area nord ovest Giovanni Accusani per esprimere la "piena contrarietà". 

"Pur comprendendo la necessità di ottimizzare le risorse e di adattare i servizi alle mutate esigenze del mercato - sottolinea nella missiva il primo cittadino - riteniamo che tali obiettivi devono essere perseguiti tenendo in maggiore considerazione la peculiarità dei territori".

"Poste presidio a servizio dei cittadini"

"Siamo convinti che gli uffici postali - prosegue - siano un importante presidio a servizio dei cittadini, in particolare per le fasce più vulnerabili della popolazione". La chiusura è destinata infatti a colpire soprattutto gli anziani e le persone che faticano a muoversi, nonché chi non ha accesso ai servizi digitali. 

"Ci auguriamo quindi che Poste Italiane possa rivedere la propria decisione, riservandoci ogni più opportuna azione a tutela degli interessi dei nostri cittadini" conclude il sindaco.

Il sindacato: "Chiediamo un confronto con Poste"

In seguito è arrivato anche il commento di SLC CGIL Piemonte, che ha espresso "profonda preoccupazione e ferma opposizione" alla decisione di Poste Italiane. "Questi presidi, situati in zone cruciali o decentrate della città", ha scritto il sindacato, "rappresentano un servizio essenziale per la cittadinanza, in particolare per le fasce più deboli e anziane. Chiediamo pertanto un immediato confronto con Poste Italiane, al fine di salvaguardare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e l’accessibilità dei servizi per tutti i cittadini".

La replica

Non si è fatta attendere la replica di Poste Italiane, che ricorda come a Torino siano disponibili "66 uffici postali, 70 ATM Postamat, 465 Punti LIS e 187 Punto Poste". Nel capoluogo piemontese verrà poi realizzato il nuovo spazio di co-working. 

Verranno poi incrementati negli uffici postali le "sale consulenza e i Punto Poste Casa e Famiglia", oltre allo sviluppo di "Punto Poste Business, il servizio di rilascio passaporti ed il recapito esteso al fine settimana".

 

 

Cinzia Gatti

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