Economia e lavoro - 17 ottobre 2024, 07:17

Il lavoro che c'è: in Piemonte previste quasi 32mila assunzioni a ottobre. Ma in un caso su due difficile trovare candidati adatti

La tendenza, però, mostra qualche difficoltà: è in calo rispetto a giugno e rispetto al 2023

Trovare il candidato giusto per i lavori vacanti è difficile in oltre un caso su due

Quasi 32mila assunzioni nel mese di ottobre, ma la tendenza - rispetto a settembre e al 2023 - è in calo. Inoltre, aumentano le difficoltà a trovare la persona adatta. Lo dice l'ultima rilevazione Excelsior di Unioncamere Piemonte, che fa il punto sul mercato regionale del lavoro.

Quasi 32 mila assunzioni a ottobre

Si contano infatti circa 31.820 contratti programmati dalle imprese piemontesi per settembre 2024, valore che sale a 82.560 se si considera l’intero trimestre ottobre-dicembre 2024. Ma sono 1.720 in meno rispetto allo stesso mese del 2023 e 2.220 assunzioni in meno rispetto al trimestre passato.

Il 55,3% delle assunzioni programmate per il mese di ottobre riguarda imprese di micro e piccola dimensione (1-49 addetti), il 19,6% realtà di medie dimensioni (50-249 addetti) e il 25,2% grandi aziende (250 dipendenti e oltre). Si tratterà soprattutto di contratti a tempo determinato con il 60% delle entrate programmate (in calo di cinque punti rispetto al mese precedente), seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 27% dei casi (in crescita di un punto su settembre 2024). 

Molte competenze difficili da trovare

il dato più preoccupante, però, è che ancora una volta si conferma un vero rebus trovare le persone adatte per i posti che cercano un interprete. Il tasso è del 52%. La difficoltà di reperimento in Piemonte appare, inoltre, superiore rispetto a quanto si riscontra a livello complessivo nazionale (49,3%). I motivi? La mancanza di candidati (34,3%, in calo rispetto a ottobre 2023), ma anche la loro preparazione inadeguata.

Le professioni più difficili da reperire in Piemonte nel mese di ottobre sono meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine fisse/mobili. E' difficile trovarli per oltre otto aziende su dieci. Quindi i tecnici della salute (75,8%), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (74%) e ancora fabbri ferrai costruttori di utensili (72,5%), professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (70,2%) e fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (70,0%).

Artigiani e montatori quasi introvabili

Tra i titoli di studio, si mantiene elevata la difficoltà di reperimento di personale laureato segnalata dalle imprese, che coinvolge il 52,6% delle assunzioni programmate: tra gli indirizzi per cui si rilevano le criticità maggiori si segnalano quelli medico e odontoiatrico (91,6%), sanitario e paramedico (81,2%), chimico-farmaceutico (81,2%).

Le imprese lamentano elevate difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore(ITS, 71,4%). A livello secondario si riscontrano in media problematicità (49,7%) di poco inferiori a quelle riscontrate a livello complessivo regionale, anche se esistono notevoli differenze a seconda degli indirizzi di studio. Rischia, infatti, di rimanere scoperto rispettivamente il 73,8% e il 69,2% delle assunzioni riservate a candidati in possesso di diploma con indirizzi elettronica ed elettrotecnica e agrario, agroalimentare e agroindustria.

Difficoltà di reperimento superiori alla media riguardano, infine, la ricerca di personale con qualifica di formazione o diploma professionale (53,8%), con picchi particolarmente elevati per gli indirizzi elettrico(80,0%), edile (76,6%) e benessere (69,6%).

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