Economia e lavoro - 17 ottobre 2024, 18:51

Automotive, anche le piccole e medie imprese lanciano l'allarme: "Con la transizione rischiamo di sparire"

Api Torino e Unionmeccanica sulle barricate: "Inaccettabile un cambiamento che avrà enormi costi sociali". Cirio e Lo Russo: "Torino e il Piemonte chiedono garanzie sul futuro del settore"

Anche le piccole e medie imprese torinesi temono la crisi dell'automotive

Non solo gli operai e i colletti bianchi. Il timore per il futuro dell'automotive e di Mirafiori tocca da vicino anche le piccole e medie imprese del nostro territorio. E così, mentre davanti alla Porta 5 i sei sindacati metalmeccanici si sono ritrovati per lanciare lo sciopero del 18 ottobre, anche Api Torino lancia il suo allarme, insieme a Unionmeccanica

In mancanza di misure adeguate si rischia la scomparsa di interi segmenti industriali, la perdita della nostra tecnologia e la distruzione di numerosi posti di lavoro”, lo dicono il Presidente di API Torino, Fabrizio Cellino e il presidente di Unionmeccanica API Torino, Antonio Casano.  

Secondo Unionmeccanica API Torino, i dati non lasciano spazio a interpretazioni: in Italia è stato prodotto il 36% di auto in meno rispetto allo scorso anno. La componentistica è in ginocchio con la Cig aumentata del 20%. Molte aziende, specie di piccole dimensioni, hanno già chiuso per esaurimento degli ammortizzatori sociali; mentre si assiste al trasferimento delle produzioni in Paesi extra Ue. In Piemonte nei primi sette mesi dell’anno gli ammortizzatori sociali sono cresciuti del 40,7% rispetto al 2023. Torino ѐ ancora la provincia più cassaintegrata d’Italia.

Le imprese di Unionmeccanica API Torino, le più colpite dalla crisi del settore automotive, chiedono quindi alle istituzioni di accompagnare la transizione ecologica con un serio e deciso piano di salvaguardia basato su tre pilastri: incentivazione di nuovi investimenti, moratoria sugli interessi per gli investimenti già effettuati per adeguarsi al green deal e rifinanziamento dei contratti di sviluppo.

Unionmeccanica API Torino, inoltre, chiede azioni per la formazione e per gli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro. In particolare, di rivedere il meccanismo della CIG, almeno per i prossimi due anni. 

Non si può accettare una transizione che avrà enormi costi sociali. Servono risorse pubbliche che il Governo e l’Europa devono mettere a disposizione vincolate a precisi impegni. Risorse che non devono essere limitate agli incentivi per l’acquisto di auto, che, tra l’altro, nel 2024 non hanno dato benefici alle produzioni nel paese”, dicono Cellino e Casano. "I dati confermano le difficoltà in atto nella nostra regione, facendo aumentare le preoccupazioni, in particolare, per l’esaurimento degli ammortizzatori sociali nel corso del 2025. Oltre a questo, la componentistica continua a mostrare gravi difficoltà, che mettono a rischio la sopravvivenza stessa di quasi metà delle imprese della filiera”.

I vertici della Regione Piemonte: "Vicini ai lavoratori"

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha espresso preoccupazione per il futuro del settore automotive italiano e ha dichiarato di sostenere il governo nei negoziati con Stellantis per garantire investimenti e posti di lavoro. Cirio ha sottolineato le misure messe in campo dalla Regione per sostenere lo stabilimento di Mirafiori, tra cui l’accordo per l’Hub del riciclo e un nuovo modello di produzione previsto per il 2025. Inoltre, la Regione sta attivando un programma di formazione per i lavoratori in cassa integrazione per prepararli al rilancio [LEGGI QUI].

La vicepresidente Elena Chiorino ha invece ribadito l’importanza di garantire un futuro stabile per il Piemonte e i suoi lavoratori, chiedendo a Stellantis chiarezza e impegni concreti per la tutela dell’occupazione e delle competenze del settore. Ha affermato che i lavoratori sono il cuore dell’industria automotive e che le decisioni aziendali devono tener conto del loro ruolo e del territorio.

Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, ha invece specificato che "per garantire i livelli produttivi e assicurare la competitività di Mirafiori, è necessario che vengano introdotti nuovi modelli e che l’azienda continui a investire nello stabilimento torinese". [LEGGI QUI].