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Attualità | 13 ottobre 2024, 17:48

La boutique di Torino che veste i senzatetto e regala giochi e quaderni ai bambini poveri

"Abito" è organizzato come un negozio per dare dignità ai bisognosi attraverso la scelta dei propri vestiti. Sono donati quasi 40mila capi l'anno a oltre 3000 persone

La boutique di Torino che veste i senzatetto e regala giochi e quaderni ai bambini poveri

C'è un negozio a Torino dove famiglie in povertà e senzatetto possono prendere gratuitamente i vestiti di cui hanno bisogno. Si tratta del progetto "Abito" e non è proprio un negozio, ma è organizzato come tale per rendere a proprio agio le persone che si rivolgono a loro. Si trova in via Santa Maria 6/i, nel cuore della città, e quasi sempre fuori dalla porta c'è una piccola fila che aspetta il proprio turno per prendere o donare capi di abbigliamento. A rivolgersi ad Abito sono per lo più persone senza fissa dimora e famiglie numerose, di cui molti stranieri.

"La maggior parte di chi ne ha bisogno ci conosce tramite passaparola - racconta Elisa Valenti, la coordinatrice del progetto - Parliamo di 3000 beneficiari nel 2023, quest'anno siamo a 2800. I più rappresentati sono del Marocco, poi gli italiani, i nigeriani e molte altre nazionalità. Negli ultimi anni sono arrivati molti ucraini che scappano dalla guerra e molti argentini, in generale abitano in Aurora e Barriera di Milano".

Nei primi nove mesi del 2024 il progetto ha distribuito più di 36 mila capi di vestiario, mentre l'anno scorso parliamo di 25 mila nello stesso periodo e 37 mila capi in tutto l'anno. La boutique, progetto della Società di San Vincenzo de Paoli, ha spento da poco le prime 5 candeline ed è in espansione, perché sono in aumento le persone che si rivolgono a loro, soprattutto i senzatetto. "C'è stato un aumento importante delle persone senza fissa dimora - spiega Elisa - Nei primi anni erano un'eccezione mentre ora sono diventati una parte fissa e numerosa, abbiamo dovuto cambiare la nostra organizzazione".

Ad Abito si accede dopo un colloquio per verificare la condizione di povertà, cioè un ISEE inferiore a 8000, oppure se non si ha un posto dove dormire. I senzatetto possono usufruire di un cambio alla settimana e di uno ogni tre mesi per scarpe e giacconi, mentre le famiglie possono prendere un appuntamento ogni due settimane e ricevono una tessera dalla quale vengono scalati punti a seconda del capo ritirato. Non si tratta solo di vestiti ma, nel caso di bambini, Abito raccoglie anche giocattoli, pupazzi e prodotti di cartoleria per la scuola. La caratteristica del progetto è di fare scegliere i vestiti più adatti a chi si rivolge a loro, per favorire l'autonomia e la dignità di chi è in difficoltà. La boutique assomiglia in tutto e per tutto a un negozio, con le volontarie e i volontari che aiutano i beneficiari a trovare ciò di cui hanno più bisogno.

Ma aiutare le persone in condizione di povertà non è l'unico scopo del progetto. "Ci sono due valori che si intrecciano: - spiega Elisa - il primo è dare dignità alle persone, il secondo è sulla sostenibilità ambientale. Nei progetti con le scuole parliamo tanto di fast fashion e della sostenibilità della produzione dei vestiti. Portiamo il messaggio che un acquisto second hand è un acquisto sostenibile".

Francesco Capuano

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