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Economia e lavoro | 06 ottobre 2024, 17:00

Nuova frenata dell'economia piemontese: produzione industriale in calo di oltre l'1% nel secondo trimestre dell'anno

I mezzi di trasporto registrano il risultato peggiore, tengono la chimica e l’alimentare: i dati dell'ultima rilevazione di Unioncamere

Nuova frenata dell'economia piemontese: produzione industriale in calo di oltre l'1% nel secondo trimestre dell'anno

Nell’ambito della collaborazione tra Unioncamere Piemonte, UniCredit e con Intesa Sanpaolo per il monitoraggio della congiuntura economica, Unioncamere Piemonte diffonde oggi i dati della 211ª “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera”, realizzata in collaborazione con gli Uffici Studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di luglio e agosto 2024 con riferimento ai dati del periodo aprile-giugno 2024 e ha coinvolto 1.890 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 95.676 addetti e un valore pari a circa 63 miliardi di euro di fatturato.

In base alle stime preliminari, nel II trimestre 2024 il Prodotto interno lordo italiano è aumentato dello 0,2%, sostenuto dalla crescita del settore terziario, a fronte dei contributi negativi dell’agricoltura e dell’industria. Il debole sviluppo registrato a livello nazionale è in linea con il risultato messo complessivamente a segno dall’Eurozona, che ha evidenziato un +0,3%.

Produzione industriale in calo di oltre l'1% in Piemonte

Focalizzando l’attenzione sul comparto industriale, Istat sottolinea come nella media del II trimestre 2024 si registri, in Italia, un calo del livello della produzione dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti.

In questo contesto, anche il comparto manifatturiero regionale mostra segnali di difficoltà; complessivamente nel periodo aprile-giugno 2024 la produzione industriale regionale ha registrato, infatti, una flessione dell’1,1% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

I commenti

Il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia commenta“L’andamento della produzione industriale in Piemonte continua purtroppo a rallentare: la flessione dell'1,1% registrata nel secondo trimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente segnala difficoltà crescenti e diffuse nel comparto manifatturiero. Solo i settori della chimica-plastica e dell’alimentare si distinguono con un trend positivo. In questo quadro, è fondamentale adottare misure urgenti per sostenere le imprese e l’occupazione, facilitare gli investimenti e promuovere la crescita economica del nostro territorio. Solo attraverso un'azione coordinata e decisa potremo invertire questa tendenza”.

Siamo a fianco delle nostre imprese, in particolare quelle più piccole, per aiutarle a cogliere ogni opportunità, seppur in un contesto non facile. L’attesa riduzione dei tassi di interessi e soprattutto la nuova cornice normativa su Transizione 5.0 ed energia riaprono la strada a una ripresa degli investimenti e alla crescita stabile, anche delle filiere. A tale proposito abbiamo già attivato in regione circa 90 contratti di filiera per un giro complessivo di oltre 10 milioni di euro e coinvolto 4.400 fornitori - commenta Andrea Perusin, Direttore Regionale Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo-. Intesa Sanpaolo è impegnata ad accompagnare gli imprenditori, aiutandoli ad accedere ai fondi del PNRR attraverso la propria piattaforma gratuita Incent Now per realizzare nuovi progetti, al fine di efficientare i processi e ridurre i consumi energetici. Con questi obiettivi mettiamo a disposizione delle imprese piemontesi 10 miliardi di euro e un programma di consulenza e iniziative che guardano al rinnovamento industriale, allo sviluppo estero e di nuovi mercati, al progresso digitale e alla cybersicurezza come strumenti per il necessario cambio di passo”.

La Regional Manager Nord Ovest di UniCredit, Paola Garibotti, aggiunge: “Crediamo nell’eccellenza delle aziende piemontesi e continuiamo a supportare la loro crescita. Transizione 5.0 è una grande opportunità che gli imprenditori, sono sicura, coglieranno per investire in transizione digitale ed ecologica. Temi che sono alla base di UniCredit per l’Italia, il programma che dal 2022 sostiene le eccellenze del Made in Italy e che ha destinato in totale circa 35 miliardi di euro a famiglie e imprese italiane, accompagnando quest’ultime nella loro evoluzione e supportandone il posizionamento competitivo”.

Ordinativi, fatturato ed export

La flessione della produzione industriale si accompagna ai cali registrati dagli altri indicatori congiunturali; gli ordinativi totali diminuiscono dell’1,2% rispetto al trimestre aprile-giugno 2023, il fatturato registra una contrazione tendenziale dello 0,9%. In entrambi i casi è la componente estera a scontare le flessioni di maggiore entità (rispettivamente -2,5% e -1,1% sul fronte di ordinativi e fatturato, mentre quella domestica ha registrato rispettivamente variazioni tendenziali del -0,4% e -0,8%). Nel media del II trimestre 2024 il grado di utilizzo degli impianti è stato pari al 62,7%, oltre 2 punti percentuale in meno rispetto all’analogo periodo del 2023.

A livello settoriale, tengono il comparto della chimica/plastica, che realizza un incremento della produzione dell’1,0% rispetto al periodo aprile-giugno 2023, portando a quattro i trimestri consecutivi di crescita e l’alimentare, che torna sul terreno positivo (+2,7%) dopo la battuta d’arresto registrata nei primi tre mesi del 2024. I mezzi di trasporto (-8,0%) e il tessile e abbigliamento (-6,1%) registrano, per contro, le dinamiche peggiori. Anche le industrie meccaniche (-2,9%) e quelle dell’elettricità ed elettronica (-2,7%) scontano flessioni più intense rispetto alla media regionale, mentre sono prossimi a quest’ultima i risultati registrati dai comparti dei metalli (-1,0%) e del legno e mobile (-1,0%).

Tengono le piccole imprese

Sotto il profilo dimensionale, solo le piccole imprese (10-49 addetti) registrano ancora un risultato positivo, con una variazione tendenziale del livello della produzione del +1,1%. Le realtà aziendali con meno di 10 addetti (micro imprese) scontano una flessione contenuta (-0,4% rispetto al II trimestre 2023); il calo appare, invece, più marcato sia per le imprese di medie dimensioni (50-249 addetti-1,7%), sia soprattutto per le aziende con oltre 250 addetti, che scontano un calo medio dei livelli produttivi del 4,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Il II trimestre 2024 registra risultati negativi per la maggior parte delle province piemontesi. L’unica provincia che ha realizzato una variazione tendenziale significativamente positiva della produzione industriale è Cuneo che, sostenuta dai buoni risultati conseguiti dalle industrie alimentari e da quelle metalmeccaniche, ha registrato uno sviluppo del 2,0%. La variazione dei livelli produttivi è risultata pressoché nulla per le imprese alessandrine (+0,1%), sintesi dei risultati contrastanti messi a segno dai diversi settori di specializzazione (l’andamento è risultato negativo per le industrie alimentari; positivo, invece, per la chimica/plastica e la metalmeccanica).

La situazione nelle diverse province

Tutte le altre realtà provinciali hanno, per contro, registrato flessioni, più o mene intense, della produzione industriale: si passa dal -0,8% del Verbano C.O., che registra una buona tenuta delle industrie metalmeccaniche, ma dinamiche negative per gli altri settori, al -4,9% di Biella, pesantemente influenzata dall’andamento negativo del tessile/ abbigliamento. I territori di Novara (-1,4%), Asti (-1,5%) e Vercelli (-1,5%) risentono di cali produttivi di poco superiori alla media regionale: il manifatturiero novarese sconta le difficoltà dei comparti metalmeccanico e tessile, mentre sono incoraggianti i risultati messi a segno dalla chimica/plastica e dall’alimentare; Asti registra un output in crescita per le imprese delle bevande, ma flessioni dei livelli produttivi sia per le aziende metalmeccaniche, che per la chimica/plastica; nel vercellese, infine, il segno meno accomuna la dinamica di tutti i settori di specializzazione, ad eccezione di quello alimentare.

La provincia di Torino segnala una flessione tendenziale della produzione industriale dell’1,8%, frutto soprattutto delle problematiche registrate dalle imprese metalmeccaniche, mezzi di trasporto in primis.

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