Quasi un miliardo di euro in più in bolletta per le aziende piemontesi nel giro di un anno. Ecco gli effetti del caro-energia per il tessuto produttivo della nostra regione a causa delle tensioni e delle crisi internazionali.
In affanno rispetto all'Europa
La stima arriva dall'ufficio studi di Confartigianato, che per il biennio 2022-2023 registra un aumento di 11,8 miliardi per tutta la nazione, con uno svantaggio di quasi il 10% rispetto ai competitor europei. Con un prezzo netto medio di 28,44 centesimi/Euro per kWh, siamo al 5° posto tra i paesi dell’Unione Economica e Monetaria (UEM). Paghiamo il 10,1% in più rispetto alla Francia, il 13,4% in più della Germania e il 44,4% in più rispetto alla Spagna.
La bolletta per Torino e Piemonte
E in Piemonte questo aumento nel corso di 12 mesi è stato di 990 milioni di euro, 430 milioni soltanto per le aziende che si trovano a Torino e provincia. Un salasso, oltre che una difficoltà evidente nello stare sul mercato rispetto alla concorrenza. “E’ sempre più importante – dichiara Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – ragionare su una tematica, quella dell’energia, che sta incidendo in maniera importante sulla vita e sul futuro delle imprese e dei cittadini del nostro Paese. C’è l’urgenza di interventi di politica energetica su più fronti: diversificazione delle fonti di approvvigionamento, sostegno convinto delle rinnovabili, del nucleare e delle azioni per l’efficientamento e la riqualificazione energetica degli edifici ove non impattino sulla capacità economica di famiglie ed imprese”.
"Produciamocela da soli"
“Serve un sistema efficiente di iniziative che realmente e tangibilmente favoriscano l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia e l’efficienza energetica degli impianti produttivi - prosegue -. Le aziende che abbracciano questa visione non solo prosperano sul mercato, ma diventano veri e propri incubatori di innovazione, dove le risorse umane sono messe nelle condizioni di dare il meglio di sé, contribuendo attivamente al successo dell’impresa”.
“E' imperativo il consolidarsi di una politica che miri all’autonomia energetica del Paese a qualsiasi costo e a discapito di qualsiasi interesse che non sia quello strettamente nazionale. Inoltre, il Sistema Regione e il Sistema Paese devono mettere mano agli strumenti a disposizione per ridurre gli sprechi e adottare, ove possibile, tecnologie a bassa emissione, senza imporre scelte ideologiche funzionali solo ad interessi esterni e che non hanno effetti sulle emissioni”.