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Economia e lavoro | 01 ottobre 2024, 15:12

Mirafiori, ormai è un supplizio: la fermata produttiva si spinge oltre il ponte dei Santi. "Inaccettabile"

Lo stop fissato inizialmente al 13 ottobre arriverà al 4 novembre. Sindacati sul piede di guerra. "A rischio la tenuta sociale". La Regione studia un'indennità per chi è cassa integrazione a lungo termine

catena di montaggio

Nuova chiusura per la produzione di Mirafiori: sindacati furibondi

"Uno stabilimento che ogni tanto apre". Quella che girava come una battuta su Mirafiori durante le ultime manifestazioni unitarie dei metalmeccanici torinesi sta diventando un'amara realtà. Dopo i lunghi stop di questa estate, infatti, anche l'autunno porta con sé nuova cassa integrazione per lo storico stabilimento torinese oggi di Stellantis.

L'azienda ha infatti comunicato alle rappresentanze sindacali che la fermata  -prevista inizialmente fino al 13 ottobre - si protrarrà fino al 3 novembre. Un provvedimento che riguarda entrambe le linee produttive di Mirafiori: 500Bev e Maserati. 

"Incertezza inaccettabile"

Una situazione che allarma sempre di più i rappresentanti dei lavoratori. "Le giornate lavorative si vanno sempre più riducendo mentre l'utilizzo della cassa integrazione è in costante aumento - dice Rocco Cutrì, segretario generale di Fim Cisl Torino -. L'azienda oggi non ha chiarito se le attuali previsioni consentiranno o meno di produrre per tutto il mese di novembre, in questa condizione l'incertezza regna sovrana. Inaccettabile il livello di precarietà a cui stiamo arrivando, il sistema automotive così rischia il collasso. È più che mai necessaria una presa d'atto da parte dei vertici Stellantis che sciolga le attuali titubanze e proceda verso un accordo programmatico in sede istituzionale. Il 18 ottobre saremo a Roma per sensibilizzare il paese su questa emergenza che rischia di azzerare una delle principali filiere industriali".

"Situazione drammatica, andiamo a Roma"

"Come ampiamente previsto, data la situazione produttiva - aggiunge la rsa di Fiom Cgil per le Carrozzerie di Mirafiori -  l'azienda oggi ha comunicato che la produzione di 500 Bev e Maserati riprenderà il 4 Novembre e presumono per tutta la settimana. Le perdite economiche pesantissime che noi lavoratrici e lavoratori, con le nostre famiglie stiamo subendo devono essere coperte dall'azienda e dal governo. Se ancora qualcuno non avesse ben compreso la situazione drammatica, vedi Governo, sappia che il 18 ottobre saremo a Roma".

"A rischio la tenuta sociale"

"La situazione a Torino è sempre più preoccupante, aumenta la cassa e diminuisce il salario dei lavoratori, mettendo a rischio la tenuta sociale - dice Luigi Paone, segretario generale Uilm TorinoQuesto ulteriore stop alla produzione rende ancora piu necessario e urgente un intervento del Governo per dare garanzie e stabilità agli impianti italiani. Come organizzazioni sindacali, dopo l'allarme lanciato il 12 aprile e il 12 giugno a Torino, torneremo a manifestare a livello nazionale il 18 ottobre per richiamare Stellantis e il Governo alla loro responsabilità sociale e riportare in Italia la produzione di modelli accessibili a tutti per rilanciare il settore".

Indennità regionale per chi è in cassa integrazione a lungo termine

E le problematiche dei lavoratori Stellantis sono state affrontate in Consiglio Regionale. La capogruppo del M5S Sarah Disabato ha sollecitato il Presidente Alberto Cirio, che in campagna elettorale aveva annunciato di voler prevedere un'integrazione al reddito per chi si trova in cassa integrazione. 

Una misura che la Regione intende adottare, come confermato dall'assessore al Lavoro Elena Chiorino durante la replica al question time. "Stiamo esplorando - si legge nella risposta - nuove soluzioni per reperire le risorse necessarie all'istituzione di un'indennità regionale dedicata ai lavoratori in cassa integrazione di lungo termine". "Questa indennità - ha aggiunto - sarebbe condizionata alla partecipazione di percorsi formativi finalizzati alla ricollocazione, garantendo cosi non solo un sostegno economico immediato, ma anche la prospettiva di un reinserimento duraturo dignitoso nel mercato del lavoro".

Massimiliano Sciullo e Cinzia Gatti

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