Blitz della Guardia di Finanza per contrastare le frodi agroalimentari, a tutela del“Made in Italy”. L'operazione ha riguardato la commercializzazione su tutto il territorio nazionale di sementi da orto (principalmente semi di pomodoro, peperone e peperoncino) di origine prevalentemente cinese o comunque extra-UE, ma spacciati per italiani. Questo grazie a segni, figure e immagini che potevano trarre in inganno. Avevano nomi come pomodoro costoluto fiorentino, il pomodoro S. Marzano, il pomodoro padano, il peperone quadrato d’Asti, il peperoncino piccante calabro. In realtà erano tutti di origine cinese.
Le indagini sono partite da riscrontri presso alcuni punti vendita della grande distribuzione in provicia di Torino. Si è così scoperta in provincia di Cesena una serie di lughi in cui si confezionavano questi semi. E dalle perquisizioni, sono state sequestrate circa 8,3 tonnellate di sementi da orto, già confezionate in quasi 218mila buste proprio con le immagini "ammiccanti" all'italianità. Il valore, se immesso sul mercato, era di circa 4 milioni di euro.
La Finanza ha poi ricostruito la catena che portava questi prodotti sul mercato italiano. Partivano dall'estero, venivano cammuffati e poi mandati in Italia.
Nel complesso le oltre 190 specie di sementi da orto che venivano poi immesse in commercio mascherate da italiane arrivavano da Cina, India, Paesi Bassi, Polonia, Francia, Stati Uniti d’America, Tanzania, Cile e Turchia.
I due responsabili delle imprese risultate coinvolte sono finiti nei guai con l'accusa di vendita di prodotti industriali con segni mendaci.