Politica - 26 settembre 2024, 11:44

Disturbi dell'alimentazione, Conticelli (PD): "Il Piemonte è ancora indietro"

La consigliera regionale del Partito Democratico: "Tagli al posto di investimenti e famiglie sempre più sole"

Disturbi dell'alimentazione, Conticelli (PD): "Il Piemonte è ancora indietro"


"Le singole testimonianze, riprese da organi di stampa, ci dicono che dopo l’approvazione all’unanimità  della legge n. 10 con cui la Regione Piemonte si è dotata di proprie “Disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) e per il sostegno ai pazienti e alle loro famiglie”, molto non funziona".

Lo dichiara la consigliera regionale del PD Nadia Conticelli.


"La norma trovava copertura finanziaria nella quota del fondo nazionale destinata al Piemonte e prevedeva azioni e progetti concreti per contrastare questa situazione – ricorda Conticelli – . La cancellazione del fondo di 25 milioni di euro stanziato dal Governo per il biennio 2023-24, finalizzato all'apertura di ambulatori destinati alla cura dei disturbi del comportamento alimentare ha di fatto bloccato la legge regionale per la quale il Partito democratico in consiglio regionale aveva contribuito con proprie proposte e creato allarme tra i medici, le famiglie dei pazienti e le associazioni rendendola in sostanza inapplicata. Nell’ultimo bilancio son stati stanziati ulteriori 150 mila euro ma con poco effetto rispetto alla situazione allarmante. A livello territoriale, a Torino ciascuna delle quattro strutture complesse riabilitative di Psichiatria ha un nucleo sui disturbi alimentari, ma il personale andrebbe raddoppiato".

"Per questo ho presentato un’interpellanza all’assessore alla Sanità per avere chiarezza di quanto sia stato fatto finora per affrontare il dramma dei DNA a fronte della legge approvata nel ’22, dei successivi tagli al fondo nazionale e al ripristino dei finanziamenti ministeriali in misura ridotta, nonché all’entrata in vigore dei nuovi Lea – aggiunge la consigliera del PD - La nostra preoccupazione è accresciuta dal rischio che, con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore, le prestazioni nutrizionali rischino di essere cancellate."

"Se accadesse, la conseguenza per i cittadini sarà quella di non poter usufruire di un’assistenza nutrizionale garantita dal loro Servizio sanitario regionale (Ssr), né ricevere efficaci risposte assistenziali, incluso l’ambito pediatrico, in tema di obesità, disturbi alimentari, malnutrizione, nutrizione artificiale, e altre – conclude Conticelli - . Non si può predicare bene, illudendo le famiglie e i pazienti e poi agire in modo opposto, tagliando fondi e rendendo l’accesso alle cure ancora più complesso e spesso proibitivo".

comunicato stampa

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