Economia e lavoro - 24 settembre 2024, 15:40

Stellantis, mobilitazione di tutto il settore: "Sciopero di 8 ore e manifestazione a Roma il 18 ottobre: ecco la vera marcia dei 40mila"

Fim, Fiom e Uilm scelgono la linea dura: incrociano le braccia Mirafiori e gli altri stabilimenti, ma anche la componentistica. Il resto del fronte sindacale lamenta di essere stato escluso, ma protesterà davanti alle prefetture

Mobilitazione generale: ecco la decisione dei sindacati sulla crisi Stellantis

Otto ore di sciopero e manifestazione a Roma, il prossimo 18 ottobre. Il mondo dell'automotive incrocia le braccia e scende in strada e lo fa in maniera unitaria: sia a livello aziendale (gli stabilimenti Stellantis, ma anche tutta la componentistica), sia a livello sindacale, con la presenza di Fim, Fiom e Uilm. Nel mirino, non solo l'azienda, ma anche il Governo guidato da Giorgia Meloni. "Non possiamo rimanere schiacciati tra il potere politico e quello economico: bisogna tutelare i lavoratori", dicono i sindacati. "Questa è la vera marcia dei 40mila, ovvero i lavoratori rimasti di Stellantis in Italia, oltre i 230mila dell'indotto diretto".

Giù la produzione, su la cassa integrazione

Lo dicono i numeri, del Gruppo erede della storia di Fiat: in calo, se si parla di produzione. In netta crescita, se si ragiona in termini di cassa integrazione e ammortizzatori sociali. E il tutto mentre già si ragiona sulla possibilità di sostituire il ceo, Carlos Tavares, il cui contratto scade nel 2026 (ma non è detto che il rapporto non possa proseguire).

Palombella (Uilm): "Le cose vanno malissimo"

"E' una giornata importantissima - dice Rocco Palombella, segretario nazionale Uilm -: abbiamo deciso di mettere in piedi una serie di iniziative per poter arrestare e bloccare la situazione, coinvolgento il Governo e Stellantis, perché le cose, così come vanno, vanno malissimo. Non è un fulmine a ciel sereno: da tempo denunciamo una situazione grave che si stava realizzando all'interno degli stabilimenti".

Dopo la manifestazione unitaria a Torino

"Ad aprile fatto grande manifestazione a Torino dopo tantissimi anni senza iniziative unitarie - prosegue Palombella -, ma così non si può andare avanti. Bisogna lanciare messaggi forti. E già quando ci fu l'annuncio, poi corretto, del milione di veicoli prodotti ogni anno, i sentori non furono buoni: un po' perché si parlava di auto e poi di auto e veicoli commerciali, poi perché subito dopo fu annunciato il possibile arrivo di un produttore straniero".

Conflitto azienda-governo e flop incentivi

"All'incontro di inizio agosto era emerso un sentore evidente di scontro tra governo e azienda - aggiunge Palombella -. E la gestione della crisi da parte dell'esecutivo la riteniamo molto superficiale. C'è poca chiarezza anche sulla situazione e sulle scadenze per elettrico ed endotermico. E nonostante gli incentivi, il mercato ha fatto registrare numeri mai visti, con cali del 30% per Stellantis".

Da Maserati alla gigafactory di Termoli

Sul fronte di Stellantis, "il progetto della Gigafactory a Termoli è senza risorse e non si hanno certezze sui tempi, ma anche a Torino non va bene: Maserati è stata spostata da Grugliasco a Mirafiori e, invece di andare a pieni volumi, si è quasi fermata. E si attende la 500 ibrida, ma anche lì i tempi sono piuttosto lunghi".

"Ci sono inadempienze e azioni che riteniamo pericolosissime, da parte del Governo: sarà tanto se si arriverà a 500mila vetture e gli incentivi non hanno funzionato, o hanno funzionato male. Malissimo. Ma anche nei confronti di Stellantis, dopo 3 anni, ci troviamo di fronte a una mancanza di risposte: i modelli industrializzati da Stellantis in Italia non ci sono e quelli che ci sono risalgono alla proprietà precedente. Le transizioni vanno governate e bisogna fermare questa deriva che rischia di danneggiare il Paese".

Uliano (Fim): "Tempesta perfetta, incentivi inutili per la 500 elettrica"

"Siamo alla tempesta perfetta - aggiunge Ferdinando Uliano, segretario generale di Fim Cisl - perché gli incentivi non sono serviti a nulla, mentre era necessario stabilire politiche per accompagnare la transizione. L'incentivo non è servito a far decollare la 500 elettrica a Mirafiori: si vendeva soprattutto in Germania. Bisogna avere una visione complessiva della catena di fornitura".

E non si può nemmeno tornare indietro, con le regole sull'elettrico. "I grandi gruppi hanno investito e i contraccolpi ci sarebbero lo stesso. Bisogna trovare un nuovo equilibrio, tenendo l'obiettivo della sostenibilità ambientale al centro, ma con interventi che renda il processo compatibile". "La situazione è compromessa, a Mirafiori: avranno lavorato 5 giorni, a luglio. E nessuno ad agosto".

Sempre meno cassa integrazione

La tempesta perfetta è aggravata dall'esaurimento della cassa integrazione, ormai alle porte. "Ci sono stabilimenti che finiuscono gli ammortizzatori a febbraio, altri pochi mesi dopo. Ma tranne Atessa e Pomigliano la situazione è molto complicata senza nuove risorse da parte del Governo".

Fiom: "Siamo di fronte a un fallimento di un mondo politico"

"Siamo di fronte a un fallimento politico, a Roma, ma anche a Bruxelles e in Europa. E ad essere colpito non è solo il grande Gruppo, ma decine di migliaia di lavoratori. In Italia, ma anche all'estero", aggiunge Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil. "E l'indotto rischia ancora di più, visto che per loro gli ammortizzatori sociali potrebbero finire prima rispetto a quelli di Stellantis. Abbiamo passato un anno ai tavoli con il Governo e poi l'esecutivo porta una posizione che non è mai stata condivisa con noi. E non si può ingranare la retromarcia: la transizione va fatta con i lavoratori e non contro. E non si può buttare la palla in tribuna, ma bisogna affrontare la difficoltà e pianificare la politica del futuro".

L'amarezza degli altri sindacati

Ma proprio nel momento in cui Fim, Fiom e Uilm annunciano l'iniziativa, le altre tre sigle che ad aprile avevano dato appoggio all'unitarietà sindacale mostrano segnali di insofferenza verso la fuga in avanti dei metalmeccanici di Cisl, Cgil e Uil. "I segretari generali di Aqcfr, Fiscmic Confsal e Uglm, Giovanni Serra, Roberto Di Maulo e Antonio Spera, esprimono forte contrarietà nei confronti dell’iniziativa di Fim, Fiom e Uilm di rompere l’unità sindacale nel settore automotive indicendo sciopero in autonomia, in un momento cruciale per l'industria manifatturiera, l’occupazione e la transizione ecologica in Italia e in Europa, soprattutto alla luce di voler muovere richieste analoghe al Governo e alle aziende. Le nostre organizzazioni sottolineano l'importanza di una strategia comune per ottenere risultati concreti con il Governo e le aziende".

"Chiediamo all'Europa una transizione ecologica equilibrata, misure contro il dumping dei prodotti cinesi e incentivi che favoriscano l’accesso ai veicoli tecnologicamente avanzati per le fasce sociali meno abbienti. Al Governo italiano sollecitiamo azioni immediate per proteggere i lavoratori, specialmente quelli della componentistica, eliminando la tassa del 20% sugli ammortizzatori sociali e sostenendo l'aumento della produzione nazionale, con l’obiettivo di raggiungere 1 milione di veicoli all’anno. Chiediamo inoltre che Stellantis acceleri gli investimenti sugli stabilimenti di Mirafiori, Melfi e Cassino e produca nuovi modelli anche in versione ibrida. Serve maggiore chiarezza sul futuro dello stabilimento di Atessa, ex SEVEL, della componentistica e su R&D"
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In considerazione della situazione, le tre sigle eslcuse proclamano lo stato di agitazione dei lavoratori del settore automotive e indicono 8 ore di sciopero (sempre per il 18 ottobre), con manifestazioni e presidi presso le Prefetture delle città a più alta concentrazione di lavoratori del settore.