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Economia e lavoro | 18 settembre 2024, 17:09

Ministero della Difesa: condanna al risarcimento danni da amianto

Ministero della Difesa: condanna al risarcimento danni da amianto

L’amianto continua ad uccidere anche i nostri uomini in divisa. L’ONA e l’Osservatorio Vittime del Dovere con alcuni commilitoni, tra i quali il Col. Carlo Calcagni e il Col. Fabio Filomeni, non ultimo anche lo stesso Gen. Roberto Vannacci, si sono posti questi problemi e hanno condiviso con l’Avv. Ezio Bonanni l’impegno di civiltà e di giustizia per i nostri uomini in divisa, che continuano a essere uccisi, non dalle pallottole nemiche, quanto piuttosto dall’incuria degli alti comandi. Ecco, l’appello rivolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Ministro della Difesa Guido Crosetto per i nostri uomini in divisa. 

Il Tribunale di Firenze ha condannato il Ministero della Difesa a risarcire i danni subiti da un militare dell’Esercito Italiano deceduto per mesotelioma pleurico. L’azione legale è stata intrapresa dai familiari, con il sostegno dell’Osservatorio Vittime del Dovere e Osservatorio Nazionale Amianto – ONA. I familiari sono stati difesi dall’Avv. Ezio Bonanni, il quale ha dimostrato l’uso dell’amianto nell’Esercito Italiano, nel periodo antecedente l’entrata in vigore della L. 257/92. Le bonifiche dell’amianto, purtroppo, sono ancora in corso. Per questi motivi, l’associazione Osservatorio Vittime del Dovere e l’Osservatorio Nazionale Amianto hanno rivolto un appello al Ministero della Difesa On. Guido Crosetto perché quella della bonifica delle caserme dall’amianto, ancora presente, sia una priorità del suo Ministero. 

Il Ministero della Difesa/Esercito Italiano aveva inizialmente negato la presenza di amianto e l’esposizione del militare. Il Tribunale di Firenze ha disposto l’istruttoria con la consulenza tecnica e quella medico legale, che hanno dimostrato che il militare fu esposto all’amianto per l’intero periodo di servizio, dal 06.11.1954 al 27.03.1956. L’azione giudiziaria si è snodata innanzi al Tribunale di Firenze al fine di ottenere il risarcimento del danno iure proprio, cioè quello subito dai familiari. 

Il Tribunale di Firenze ha emesso la sentenza per quanto concerne il danno iure proprio, quindi il danno subito dai familiari della vittima. Il Giudice ha condannato, infatti, il Ministero della Difesa al risarcimento in favore dei familiari del militare deceduto per il danno causato dalla scomparsa del congiunto, rispettivamente per un importo pari ad €147.630,00 in favore della vedova ed €158.986,00 in favore dell’orfano, così come sancito da Tribunale di Firenze, II Sez. Civ. Sentenza n. 2026/2024. 

La pronuncia del Tribunale di Firenze, unitamente alla CTU tecnico ambientale disposta in corso di giudizio, ha confermato l’elevata esposizione ad amianto e ai diversi cancerogeni non solo per la vittima in questione, ma anche per tutti gli altri militari dell’Esercito Italiano, oltre ad evidenziare e porre attenzione sull’allarmante dato epidemiologico delle malattie e dei decessi tra i militari delle Forze Armate Italiane, impegnati in Patria ma anche all’estero. Pertanto, il Tribunale di Firenze ha accertato il nesso di causalità, richiamando non solo i dati rilevati dalla CTU tecnico-ambientale, ma anche in quella medico legale. 

Quella del militare TN è solo una delle tante di condanna a carico del Ministero della Difesa per la malattia e la morte di un militare appartenente all’Esercito Italiano per elevata e non cautelata esposizione a fibre e polveri d’amianto e multipli cancerogeni. Per questa situazione drammatica l’Osservatorio Nazionale Amianto rinnova di volta in volta il suo impegno nella tutela delle vittime del dovere e dei familiari che nell’espletamento di un dovere sono stati esposti a cancerogeni killer ed amianto. L’esposizione a questi potenti cancerogeni, infatti, non ha messo a rischio solo la salute dei militari in servizio, ma anche quella dei loro familiari, che attendevano il ritorno a casa e che quotidianamente avveniva con divise e uniformi colme di polveri e fibre di amianto e uranio impoverito, con conseguente contaminazione anche dell’ambiente domestico. Sono tanti, infatti, i casi anche di familiari che hanno contratto patologie asbesto correlate a causa del servizio del proprio congiunto, che a volte si sono rivelate anche letali. 

Lo stesso Gen. Roberto Vannacci, avendo a cuore la tutela dei suoi commilitoni, anche perché vi è un rischio uranio impoverito, ha formalizzato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma. Tuttavia, a tutt’oggi, nonostante l’enorme numero di morti di malati per esposizione a uranio impoverito, compresi coloro che sono stati riconosciuti, come il Col. Carlo Calcagni, non vi è l’identificazione di eventuali responsabilità, nonostante il numero elevato di decessi per danni da uranio impoverito, amianto e pratiche vaccinali. Su questo, i militari e i loro familiari hanno fiducia nell’impegno assunto nel Gen. Roberto Vannacci, che nel recente convegno organizzato dall’ONA presso il Campidoglio (9 luglio 2024), ha espresso vicinanza alle vittime e i familiari. 

La tragica vicenda dell’uso dei proiettili all’uranio impoverito ha colpito anche il giornalista Franco Di Mare, deceduto per mesotelioma. Come lo stesso giornalista ebbe a precisare da Fabio Fazio, ha respirato le fibre di amianto ed è stato investito dalle radiazioni da proiettili all’uranio impoverito proprio nell’ex Jugoslavia. La testimonianza della figlia Stella, nel corso del convegno dell’Osservatorio Nazionale Amianto – ONA, lo scorso 9 luglio, è stata emblematica della tragedia indotta dall’uso dei proiettili all’uranio impoverito. Uno dei più brillanti giornalisti, noto in tutto il pianeta e fiore all’occhiello dei giornalisti italiani, è stato ucciso dall’amianto in un’età ancora giovane (68 anni), dopo aver resistito circa tre anni. Quindi, a 65 anni la vita di Franco Di Mare è stata completamente sconvolta dalla tragedia dell’uso dell’amianto. Noto alle cronache anche per avere in un orfanotrofio di Sarajevo stretto tra le sue braccia l’unica bambina che non piangeva in quel momento: era Stella Di Mare. Il giornalista trasse con sé questa bambina e decise di adottarla, diventando così il padre. Alla stampa e anche nelle pubblicazioni, compresa l’ultima prima della sua morte, ha dichiarato che è stata la figlia a rendere la sua vita più felice e dargli dei forti sentimenti. 

Perciò, l’amianto e l’uranio sono dei killer implacabili e dei cechi assassini, ed è per questo motivo che in modo sinergico, sia l’Osservatorio Nazionale Amianto, sia l’Osservatorio Vittime del Dovere, raccogliendo il grido di dolore delle vittime e assumendo in sé il coraggio, la forza e la determinazione di uomini indomiti, come il Col. Carlo Calcagni, lo stesso Col. Fabio Filomeni, e della stessa presidentessa dell’Accademia della Legalità, Dott.ssa Paola Vegliantei, con l’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni, tecnico del diritto, che traduce in sede giudiziaria queste istanze, si è costituito e si sta costituendo un movimento dal basso, per poter intanto prevenire gli ulteriori rischi, oltre alla giustizia per le vittime e per i familiari. 

Il Tribunale di Firenze ha reso giustizia a una delle tante vittime dell’amianto nell’Esercito Italiano. Se nella prima guerra mondiale i nostri fanti si sono battuti in assalti a lama bianca sotto il fuoco delle mitragliatrici austroungariche e poi hanno resistito sul Piave e nella seconda guerra mondiale, privi di armi adeguate si sono scontrate con gli eserciti della Russia, degli Stati Uniti e dell’Inghilterra, super-armati, ora muoiono per amianto. Estremo sacrificio prevedibile ed evitabile e perciò inaccettabile. Per questi motivi, al di là della mia professione di avvocato ritengo che questa strage debba essere fermata e che non possa continuare un modo di agire che mette a repentaglio la vita umana dei nostri uomini in divisa. Per questi motivi, abbiamo fiducia nel Premier Giorgia Meloni, e nel Ministro della Difesa, Guido Crosetto, perché ci sia maggiore attenzione e tutela verso i militari e le Forze Armate, come già ha richiesto il Col. Carlo Calcagni” - così dichiara l’avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, legale dei familiari e del sig. TN, le cui richieste sono state accolte dal Tribunale di Firenze. L’Osservatorio ha istituito un servizio di assistenza per le vittime del dovere con il numero verde 800 034 294 e con lo sportello telematico di assistenza.  

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