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Cronaca | 12 settembre 2024, 07:10

A una settimana dalla furia sulla Val Susa: "Sembrava il terremoto. Poteva essere una strage" [REPORTAGE]

Caduti 22mila metri cubi di detriti. Venerdì si riapre la provinciale a Bussoleno, ripristinato un ponte sul Rio Gerardo. Il racconto delle due prime cittadine, ancora vivido: "La terra tremava per i grossi massi che rotolavano"

Foto di Daniele Caponnetto

Foto di Daniele Caponnetto

Grandi pietre venute a valle lungo il corso dell’alveo, sbalzando come birilli impazziti e abbattendo tutto quello che trovavano lungo il percorso. Ventiduemila metri cubi di detriti con grandi pietre rotolate giù dalla montagna, verso valle, spinte dalla potenza dell'acqua del Rio Gerardo

È il peso dell’evento metereologico che si è abbattuto sulla Val di Susa nella notte del 5 settembre riassunto nei numeri comunicati dal vice sindaco della Città di Metropolitana Jacopo Suppo ieri, mercoledì 11 settembre, durante l’inaugurazione dell’anno scolastico a cui ha partecipato anche il presidente delle Regione Alberto Cirio.

In poche ore il torrente è esploso

"Poteva essere una strage”, è il commento a freddo del sindaco di Mattie, Marina Pittau. Le sue parole raccontano tutta la paura provata quella notte. L’allerta arancione era stata diramata il giorno prima dall’Arpa. Tutte le vallate del Torinese erano in questa condizione. Ma, come spesso accade nei fenomeni estivi, difficile era prevedere dove la furia del maltempo si sarebbe scatenata con maggior vigore. 

È bastato un temporale notturno di poche ore per trasformare questo territorio in uno scenario apocalittico.

Quella chiamata alle tre di notte

Erano da poco passate le 3 quando il sindaco di Mattie viene avvisata dal responsabile Aib del comune. Subito sul posto le si è palesato uno scenario quasi apocalittico. 

“Mi rimarrà impresso il boato assordante delle pietre che rotolavano giù lungo il fiume. La terra mi tremava sotto i piedi. Pensavo fosse il terremoto, ma era la furia del torrente. C’erano lampi e tuoni che, in piena notte, illuminavano come fosse giorno.”

Si lavora per riaprire le strade

L’acqua in quelle ore ha superato di sette metri la briglia sul rio Gerardo. Due ponti sono caduti isolando venti persone in borgata Giordano, con il guado ripristinato in tempo record, mentre resta tagliata fuori Santa Petronilla di Bussoleno lungo la Sp 24. Qui, come ha confermato Suppo, la strada sarà ripristinata entro le 18 di venerdì 13 settembre.

“Una buona notizia”, ha commentato il sindaco di Bussoleno Antonella Zoggia, grata per la collaborazione che ha avuto con la prima cittadina del centro confinante che dopo essersi resa conto di quanto stesse succedendo l’ha subito avvertita. 

"Così abbiamo evitato il peggio"

“È stata fondamentale la chiamata del sindic, così ci chiamiamo, di Mattie. Appena ha appurato l’entità del fenomeno mi ha consigliato di chiudere la provinciale e aprire il Coc, cosa che ho fatto immediatamente. Così abbiamo evitato il peggio.”

Sulla strada provinciale il torrente ha cambiato il suo percorso naturale. Sull’asfalto c’è un fiume che corre lungo la strada e poi scende sul pendio, mentre i guard rail sono accartocciati, così come le lamiere del ponte crollato a un chilometro e mezzo più a monte. Ora si trova lì a terra, piegato come fosse stato di gomma.

Colpita l'azienda agricola di un 24enne

Sulla sponda del Rio Gerardo, proprio dove è crollato il ponte, in borgata Combe,  il maltempo ha distrutto una parte delle coltivazioni dell'azienda agricola Ross Agri Farm, guidata da tre anni da Eric Rossero, giovane di 24 anni, che qui coltivava ortaggi e allevava animali. 

“Ho perso una capra - racconta - probabilmente travolta dall’acqua, non l’abbiamo più trovata, ma il resto del bestiame per fortuna è salvo. Così come le altre produzioni che ho nell’altra sede.”

Sulla sua attività stima un danno che oscilla tra i 40 e i 50 mila euro.

Quelle pietre usate per il nuovo argine

Ancora da quantificare, invece, i danni del maltempo su tutto il territorio. L’unico aspetto positivo, come spiega la prima cittadina Zoggia, è l’aver individuato un luogo vicino dove stipare i grossi massi. Questo ha comportato una maggior celerità per operare alla riapertura delle strade.  

Mentre coi pietroni rimanenti, c’è l’idea di utilizzarli per ricomporre il nuovo argine del Rio Gerardo.

Mezzi al lavoro ininterrotamente

Sulla strada interrotta i mezzi pesanti e escavatori lavorano da quel giorno ininterrottamente per riportare il percorso del fiume sul percorso naturale e mettere in sicurezza la strada che consentirà il transito, fondamentale per la vallata, anche in vista dell’inizio delle lezioni. 

Da qui si salirà a monte per ripristinare l’alveo e le sponde. Questi i lavori di estrema urgenza, poi toccherà alle opere definitive. Per farlo, come sostengono i due sindaci, sarà necessario lavorare congiuntamente: “Il torrente unisce i due comuni. Insieme con i professionisti e con gli ingegneri dobbiamo tirar fuori un progetto che salvaguardi il territorio di entrambi i centri."

Lo striscione contro la cementificazione

Ma già c’è spazio per chi si oppone all’idea di una nuova strada. Sul rio è stato fissato un cartello da sponda a sponda visibile per chi da Bussoleno sale nel comune di Mattie: lo striscione verde fissato sopra il torrente riporta la scritta: “Vogliamo l’argine, non una strada inutile. No alla cementificazione della montagna”.

Per il momento la ferita è ancora più che aperta. Ci sarà il tempo per parlare di ricostruzione. 

Daniele Caponnetto

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