Negli ultimi anni i torinesi e gli altri abitanti della provincia hanno consumato meno acqua. Nonostante questo le bollette da pagare non sono scese, anzi in alcuni casi sono aumentate. A chiarirlo è Roberto Ronco, Direttore d'Ambito Idrico Torinese Ato3, durante una commissione dedicata ad una delibera di iniziativa popolare sottoscritta da duemila cittadini.
Le richieste
Il documento elaborato da dodici realtà ambientalista (ACMOS, No Tav, Comitato Acqua Pubblica, Fridays for Future Torino, Comitato Difesa della Pellerina, Fridays for Future Torino, Extiction Rebellion) chiedeva, tra le altre cose, di destinare alla sostituzione delle tubature il totale degli utili Smat e di rafforzare la natura pubblica dell'azienda. Ronco ha replicato spiegando come dal 2012 "Arera ha avuto un approccio invasivo: oggi noi come Ato abbiamo pochissime discrezionalità".
"L'Autorità - ha aggiunto - regola in modo capillare il sistema. Quindici anni fa decidere un investimento comportava un confronto con le amministrazioni comunali. Oggi questi temi sono per buon parte inseriti in meccanismi automatici di Arera, per raggiungere prestazioni ed obiettivi di un certo tipo: c'è stato uno scostamento da una valutazione politica ad una tecnica".
Scendono i consumi d'acqua
Negli ultimi anni all'interno dell'Ambito Idrico Torinese si è registrato un calo dei consumi. La motivazione? "Ce lo siamo spiegati - ha spiegato Ronco - con il Covid e la conseguente riduzione delle industrie: c'è poi più attenzione ai consumi e sono state ridotte le perdite". Ma meno acqua che esce dalla doccia e dai rubinetti non equivale per i torinesi a bollette più leggere.
"Si genera una spirale perversa perché se diminuisce il consumo dell'acqua, il costo totale del servizio - fatto di acquedotto, tubature e fognature - deve essere comunque ripartito. Stiamo comunque cercando di ridurre i costi, ma questa operazione è più lenta rispetto al calo dei consumi" ha concluso Ronco.