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Cronaca | 25 agosto 2024, 15:03

"Urbano Cairo vattene". La contestazione dei tifosi granata squarcia l'ultima domenica d'agosto [VIDEO e FOTO]

Come da annunci, oltre un migliaio di sostenitori del Toro hanno inscenato una protesta di fronte al Filadelfia per criticare l'ultima campagna acquisti del club, dopo la cessione di Bellanova. E di fronte all'Olimpico i contestatori diventano 5000

proteste di tifosi davanti al Filadelfia

Contestazioni di fronte allo stadio Filadelfia e poi all'Olimpico

"Urbano Cairo vattene". E' questo uno dei cori più gettonati della contestazione che ha animato il primo pomeriggio di oggi, domenica 25 agosto, di fronte allo stadio Filadelfia. Come annunciato, infatti, la tifoseria granata ha voluto far sentire la propria voce dopo la cessione, improvvisa ed inattesa, di Raoul Bellanova. Proprio a quell'Atalanta che alle 18.30 scende in campo all'ex Comunale.

La rabbia dopo la cessione di Bellanova

Un altro giocatore di punta che viene venduto, dopo 'capitan futuro' Alessandro Buongiorno: due azzurri che il patron ha deciso di cedere per rimpinguare i bilanci del Toro.

Sono stati circa 300 i sostenitori che si sono dati appuntamento verso le 14.30, come da programma, davanti al Fila: bandiere, megafoni e maglie granata hanno accompagnato una serie di cori di certo non lusinghieri nei confronti del presidente-editore. Poi, via via, il numero è aumentato. Comparso anche un grosso striscione, all'esterno del Filadelfia: "Noi non siamo in vendita".

Ma qualcuno era anche decisamente meno conciliante: "Tante parole tante illusioni ma quando ti levi dai c...ioni?". E ancora: "Ambizioni di un certo livello? Da 19 anni il solito ritornello", scegliendo invece la strada dell'ironia. E poi, naturalmente, scandito a più riprese il coro "Il Toro siamo noi": la passione, insomma, vuole essere più forte di tutti e della tante troppe cessioni illustri. E quando il corteo ha iniziato a muoversi in direzione dello stadio Olimpico, le sue fila si sono ingrossate ancora, arrivando attorno ad un migliaio di presenti.

Tutte le accuse rivolte al presidente

Tra il pubblico del Toro e Cairo il rapporto ormai è quasi ventennale, ma ha vissuto ben pochi momenti di idillio, mentre sono state molte di più le frizioni, dallo stadio che ospitò la squadra di Capitan Valentino al tanto atteso Robaldo, ancora in via di completamento. E poi gli investimenti per la rosa che scende in campo la domenica: tante le cessioni, non sempre (dicono dalla curva) compensate da adeguati ingaggi.

Bellanova è stato l'ultimo episodio. La goccia che ha fatto traboccare il vaso di una pazienza ormai finita nel cassetto dei ricordi.

Verso le ore 16 il corteo, guidato dallo striscione "Il Toro siamo noi", con le presenze aumentate ulteriormente, ha raggiunto corso Sebastopoli e l'area dello stadio Olimpico, continuando a scandire cori contro il presidente Cairo. E mentre sono iniziati anche gli slogan contro la Juve e l'Atalanta, avversaria odierna e rivale storica, i presenti sono diventati qualche migliaia.

Verso le 17.10, quando il serpentone dei tifosi è giunto di fronte alla tribuna dello stadio Olimpico, le forze dell' ordine lo hanno bloccato, per motivi precauzionali. Tutto finora, era comunque filato liscio, malgrado i timori della vigilia: esploso qualche petardo, ma nessun incidente e nessun momento di tensione anche con le forze dell'ordine.

All'esterno dell'impianto, intanto, sono stati esposti altri striscioni che mettono Cairo nel mirino: "Detestiamo la mediocrità, lo facciamo presente a questa società" e ancora "Il Toro è passione e amore. Vedi e vattene speculatore!".

Alle 17.30, quando manca ormai un'ora al fischio d'inizio della gara con l'Atalanta, ecco i cori pro Vanoli e gli incitamenti al Toro. Prima di entrare in curva Maratona, i capi ultras danno indicazioni per la partita: sostegno alla squadra e contestazione al presidente.

Il conto alla rovescia verso il calcio d'avvio è iniziato: dalle 18.30 parla solo il campo, che alla fine regala una inattesa vittoria per 2-1 alla formazione granata, chiudendo un lunghissimo pomeriggio con il boato finale che accompagna il rigore parato da Milinkovic.

Massimiliano Sciullo e Massimo De Marzi

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