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Eventi | 23 agosto 2024, 07:15

Pace, autonomia differenziata e carceri: alcuni dei temi che affronterà il Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi

In programma da domenica 25 a venerdì 30 agosto a Torre Pellice sarà anticipato, sabato 24, dall’esame di fede di due candidati al ministero pastorale provenienti da Sierra Leone e Albania

Alessandra Trotta (foto di Daniele Vola)

Alessandra Trotta (foto di Daniele Vola)

Un Sinodo che parlerà di pace, di autonomia differenziata e che farà un passo avanti verso l’interculturalità grazie a due nuovi pastori. Queste alcune delle premesse dell’assemblea che rappresenta il massimo organo decisionale delle Chiese metodiste e valdesi e che si svolgerà a Torre Pellice da domenica 25 a venerdì 30 agosto. Il Sinodo si aprirà domenica con il tradizionale corteo che partirà dall’aula sinodale della Casa valdese (via Beckwith 2) per giungere al tempio situato nella stessa via, al civico 4, in cui, alle 15,30, si svolgerà il culto d’apertura affidato quest’anno al pastore Sophie Langeneck.

I temi del Sinodo

Durante l’assemblea annuale non verranno affrontate solo questioni interne alle Chiese metodiste e valdesi ma anche temi che riguardano tutto il Paese. “Una Commissione d’esame sta analizzando l’operato degli organismi della nostra Chiesa per poi consegnare una relazione sui temi da affrontare. Potranno emergere argomenti diversi a seconda della sensibilità dei deputati” spiega Alessandra Trotta, moderatora della Tavola valdese che lo scorso anno è stata rieletta per la quinta volta proprio durante il Sinodo. Nonostante possibili sorprese, è certo tuttavia che si parlerà di pace: “Quest’anno in particolare è stata forte la richiesta di uno spazio di confronto sul ruolo che i cristiani, e in particolare metodisti e valdesi, possono avere nella costruzione di un mondo pacifico. Il conflitto tra Russia e Ucraina, ad esempio, dimostra che le Chiese cristiane finora non sono riuscite a dare un contributo importante alla pacificazione” riflette. Uno spazio sarà dedicato anche alla guerra in Medio Oriente: “Siamo attivi nel sostenere la popolazione locale soprattutto nella Striscia di Gaza”.

Un altro argomento che certamente verrà affrontato è l’autonomia differenziata a cui è dedicata la tradizionale serata pubblica in programma lunedì 26 agosto alle 20,45 al tempio valdese. “Partiremo dal timore che la piena attuazione della legge sull’autonomia differenziata porti ad accrescere le disuguaglianze che è contro uno degli assunti delle nostre Chiese: chi è più forte deve aiutare i più deboli con l’obiettivo di far prevalere l’interesse generale”.

L’attualità offrirà uno spunto di riflessione al Sinodo: “È molto probabile che affronteremo anche il tema del disagio nelle carceri italiane – ipotizza – è un argomento infatti che ci sta a cuore”.

Interculturalità e ministero pastorale

I due candidati al ministero pastorale al Sinodo di quest’anno sono entrambi ‘nuovi italiani’. Kassim Bashir Conteh è originario della Sierra Leone e Maliq Meda dell’Albania. Per loro sabato 24 dalle 8,30 alle 11,15 ci sarà l’esame di fede che li porterà a diventare a tutti gli effetti pastori.

“In Sierra Leone la mamma di Kassim frequentava i metodisti. Arrivato nel nostro Paese da bambino si è avvicinato alla Chiesa metodista di Milano crescendo in quel contesto. Dopo aver condotto gli studi in teologia in Italia ed Inghilterra, ha svolto i due anni di prova nella Chiesa valdese di Angrogna” racconta Trotta. Meda, invece, arriva dall’Albania: “È cresciuto in una famiglia musulmana, a Genova si è avvicinato alla nostra Chiesa ‘incontrando’ Gesù Cristo. Lui ha svolto i suoi due anni di prova a San Secondo di Pinerolo e a Foggia”.

Trotta vede nelle candidature di quest’anno il futuro del ministero: “Le nuove generazioni cresciute in famiglie di immigrati sono molto meno secolarizzate quindi la possibilità che si avvicinino al ministero è buona”. L’interculturalità appare quindi il futuro anche delle Chiese metodiste e valdesi: “La presenza di fratelli e sorelle che arrivano da altre parti del mondo è sempre più numerosa: questi ‘nuovi italiani’ si inseriscono con piena cittadinanza nelle nostre comunità” afferma. Tuttavia c’è ancora strada da fare per arrivare ad una vera e propria integrazione: “Il Sinodo dello scorso anno ha commissionato una ricerca sullo stato di questo processo in trentatré delle nostre comunità: ne sono emerse luci ed ombre”.

Elisa Rollino

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