Non è beneficenza, ma è capacità di fare impresa generando ricadute positive sul territorio anche a livello sociale: ambientali, di genere e non solo. L'economia a impatto è ormai da tempo un tema conosciuto, a Torino e provincia, ma ora che dall'Europa chiedono di fare un punto definito sulla situazione, sotto la Mole si parte in pole position.
Un Piano da realizzare entro il 2024
La Città metropolitana si appoggia infatti alla Camera di Commercio di Torino per redigere un vero e proprio Piano Locale. Scadenza: la fine del 2024. Una scelta non casuale, visto che proprio in ambito camerale opera da tempo Torino social impact (era il 2027) e la sua rete di attori.
I numeri, poi, sono considerevoli. Nel capoluogo e nella sua provincia si contano infatti 4200 realtà tra associazioni, imprese sociali, organizzazioni di volontariato e altri enti. Le sole imprese sociali, in particolare, sono 576 e rappresentano il 2,4% del totale nazionale.
Strategia per sostenere lavoro e sviluppo
"Bisogna dotarsi di una strategia per realizzare iniziative a sostegno dell'economia sociale - dice Guido Bolatto, segretario generale della Camera di Commercio di Torino - Si tratta di un mondo variegato, di cui ci occupiamo da tempo. Vogliamo che siano in grado di essere attrezzate per affrontare il mercato, perché anche loro contribuiscono a fare sviluppo e occupazione".
Una nuova chiave per affrontare le sfide
"Il livello locale può essere quello davvero efficace quando si parla di questa materia - aggiunge Sonia Cambursano, consigliera della Città metropolitana di Torino - e, senza demonizzare il profitto, dobbiamo trovare una chiave nuova per affrontare le sfide del nostro mondo. Dall'invecchiamento demografico a molti altri fenomeni. Siamo un tessuto di micro e piccole imprese e con loro dobbiamo interagire per portare avanti interessi diffusi di sviluppo".