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Politica | 16 luglio 2024, 16:52

Consumo di droghe e dipendenze, Rosatelli punta il dito contro il Governo: “Le politiche nazionali non aiutano”

Dall'eroina alla ludopatia, a Torino sono oltre 6mila le persone seguite dai servizi dell'Asl. L'assessore comunale al Welfare invita ad utilizzare un approccio non repressivo

Consumo di droghe, Rosatelli contro il Governo: “Le politiche nazionali non aiutano”

Consumo di droghe, Rosatelli contro il Governo: “Le politiche nazionali non aiutano”

Quello del consumo di droghe e delle dipendenze è sicuramente uno dei temi che, negli ultimi 50 anni, ha provocato maggiori divisioni, non solo a livello politico ma anche tra la cittadinanza. L'argomento è stato discusso ieri pomeriggio a San Salvario, presso il centro culturale Lombroso 16, durante un'apposita commissione della Circoscrizione 8.

Il pensiero dell'assessore Rosatelli

A esprimere una posizione critica nei confronti del Governo è stato l'assessore al Welfare della Città di Torino Jacopo Rosatelli: “Il quadro delle norme nazionali - ha dichiarato – non aiuta ad affrontare il problema della diffusione e del consumo di droghe perché prevede una totale proibizione senza distinzioni. Le esperienze di altri stati europei, invece, suggeriscono un approccio più razionale capace di distinguere tra tipi di sostanze e comportamenti, senza agire solo in modo proibizionistico; davanti a questi fenomeni, che ci preoccupano e di cui siamo coscienti, bisognerebbe mantenere il sangue freddo senza lasciarsi prendere da reazioni di pancia”.

L'approccio proposto da Rosatelli include una strategia più “ragionata”: “Occorre - ha proseguito – colpire il narcotraffico e chi con le sostanze stupefacenti costruisce un business illegale, gestendo con maggiore serenità il rapporto con le persone che ne abusano nei limiti dei comportamenti lesivi per la reciproca convivenza. Innanzitutto, non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando soprattutto di persone: per questo, dobbiamo far sì che i consumi non generino comportamenti antisociali: il comune crede nei servizi di bassa soglia, nell'approccio di strada e nella riduzione del danno, i cui benefici sono comprovati scientificamente al contrario di quanto affermato ultimamente e in modo preoccupante dal sottosegretario Alfredo Mantovano”.

Il piano del Comune

Rosatelli ha poi ribadito il piano del Comune per le persone con problematiche legate alle dipendenze: “Attualmente - ha ancora aggiunto – abbiamo 20 posti a disposizione presso i servizi specialistici già attivi per i senza fissa dimora. Al contempo, abbiamo attivato e vogliamo rinforzare il Tavolo Cittadino sui Consumi Psicoattivi dove le istituzioni e gli operatori di settore possano confrontarsi su quello che si dovrà fare, consapevoli del fatto che questo fenomeno riguarda anche i giovani; per loro è già attivo da qualche anno il progetto Aria, mentre con la nuova inziativa DesTeenAzioni faremo promozione della salute alle arcate dei Murazzi nel contesto notturno”.

In chiusura, l'assessore ha espresso la propria posizione sulla situazione di San Salvario alla luce dei recenti episodi di cronaca: “Sicuramente – ha concluso – dobbiamo dare risposte ai cittadini con la nostra vicinanza per far sì che la convivenza civile sia accettabile. Tutto questo, però, passa anche dal protagonismo della popolazione: la prima risposta per rendere sicuri i quartieri è quella di viverli, consapevoli del fatto che quello delle droghe è un tema complesso che non richiede una guerra tra favorevoli e contrari”.

Il ruolo dell'Asl

Tutto questo passa da una sinergia sempre più stretta con il Dipartimento Dipendenze dell'Asl di Torino, presente alla Commissione di ieri. Secondo i dati, gli utenti attualmente in carico ai servizi, dalla dipendenza da eroina fino ad arrivare alle ludopatie, sono in totale 6210: “Negli anni – ha sottolineato la direttrice Paola Damiano e il responsabile dei servizi di bassa soglia Luigi Arcieri – abbiamo assistito a diverse variazioni nei consumi e, per questo, abbiamo dovuto adattare i nostri servizi. Al momento, a parte l'alcol che è trasversale alle generazioni, i problemi principali li riscontriamo con gli stimolanti come cocacina e crack, perché i loro consumatori sviluppano meno consapevolezza e per questo sono più difficili da avvicinare”.

Una grave problematica è quella legata all'organico: “Al momento - hanno concluso – da noi operano circa 200 persone escluso il privato accreditato, più 15 dipendenti dei servizi di bassa soglia. Nonostante questo, mancano 14 medici, 11 infermieri e 14 educatori professionali”.

Ambrogio(FdI): "Da Rosatelli parole imprudenti"

“Le parole dell’assessore al Welfare della Città di Torino, Jacopo Rosatelli, secondo cui occorrerebbe fare una distinzione tra droghe, abbandonando un approccio proibizionistico, sono assolutamente imprudenti. Che ci siano droghe non pericolose, quasi ludiche o ricreazionali, è un grande inganno generazionale che accompagna i giovani su un sentiero molto scivoloso. Tutte le droghe fanno male, senza distinzioni: la droga distrugge la vita delle persone e le rende schiave e succubi. Uno Stato serio ha il dovere di mantenere una rotta chiara: non si tratta di proibizionismo ma di buonsenso. La lotta alla droga e alle dipendenze è e rimarrà una priorità assoluta del governo Meloni: per noi l’unica strada percorribile è quella che porta alla lotta al traffico di droga e allo spaccio, alla prevenzione e al sostegno dei servizi pubblici e delle comunità terapeutiche nell’azione di cura e recupero”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama.

 

Marco Berton

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