"Sono di quella generazione che ha sognato con la Fiat, che ha accompagnato la crescita dell'Italia da Nord a Sud. Alla fondazione del Lingotto, eravamo di fronte al più grande stabilimento d'Europa, non ci rassegniamo che diventi un museo dell'auto". Così Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy, ha partecipato alla cerimonia di celebrazione per i 125 anni dello storico gruppo oggi all'interno di Stellantis. Un evento (ribattezzato "Smiling to the future") che ha visto anche l'inaugurazione di "Casa Fiat", presso la Pinacoteca Agnelli.
Urso: "Siamo Repubblica fondata su lavoro, non su profitto"
Un discorso in cui ha reso omaggio al passato, al cambiamento stimolato e accompagnato, ma che non ha risparmiato quel pungolo che già in passato lo aveva visto contrapposto proprio a Carlos Tavares e al gruppo produttore di auto, soprattutto parlando di incentivi statali e produzioni (italiane e non). "La fabbrica è un luogo di progresso per l'intera nazione: spero che sia ancora così, dobbiamo lavorare insieme perché sia ancora così. La fabbrica è la nazione". Insomma, se doveva essere un'occasione di riappacificazione, è stata più spigolosa del previsto.
E non ha mollato la presa: "Anche oggi Stellantis evoca il made in Italy nella promozione dei loro prodotti, consapevole di cosa voglia dire a livello globale: eccellenza, eleganza, bello e ben fatto - ha proseguito Urso - Ci sono state personalità che hanno segnato un'era: da Cesare Romiti a Sergio Marchionne. La storia è fatta dalle persone e non dal mercato. La Fiat era l'industria italiana: dobbiamo ritrovare coesione e responsabilità sociale per consentire che questa storia continui, gloriosa, anche con Stellantis".
"E' il momento delle scelte e della responsabilità: a giugno dello scorso anno ho consegnato a Tavares l'articolo Uno della Costituzione. La Repubblica è fondata sul lavoro, non sul profitto. Che è legittimo, ma non a ogni costo. E l'impresa ha una responsabilità sociale, come sapeva bene anche l'avvocato Agnelli. Il Gruppo deve assumersi la responsabilità sociale del rilancio dell'auto in Italia, anche nel rispetto di quello che l'Italia ha dato alla Fiat".
Tavares: "Il cuore Fiat batterà qui ancora a lungo"
Dopo l'esponente del governo Meloni è salito sul palco proprio Carlos Tavares, ceo di Stellantis. "Amiamo i nostri marchi più preziosi, compresi Fiat e Maserati che insieme a Lancia ed Alfa portano l'orgoglio italiano nel mondo. Il cuore di Fiat batte da 125 anni e batterà qui ancora per molto tempo".
"E' un eroe italiano che ha raggiunto il successo nel mondo, uno dei più grandi datori di lavoro e in cui Torino è centrale. Polo dell'economia circolare, il centro delle batterie, il Green Campus e tutti i nuovi progetti sono stati portati a Mirafiori proprio per il nostro continuo investimento in Italia. Vinceremo insieme ai nostri dipendenti e Fiat sopravviverà a tutti noi".
Francois: "La 500 ibrida porterà Torino nel mondo, ma ci sarà anche la 500 Giorgio Armani"
E Olivier Francois, ceo di Fiat, ha aggiunto: "Fiat porta un marchio di sostenibilità, ma semplice, iconico e inclusivo. Italiano, ma dall'appeal globale. Così siamo leader dentro Stellantis e in tre continenti diversi". E tra le sorprese, anche la 600 Abarth ("perché la mobilità elettrica è il futuro, nelle città. Ma per la motorizzazione sportiva non è detto"), mentre si attende la 500 ibrida. "E la nuova 500 ibrida porterà non solo il nome, ma anche lo Skyline di Torino. Come su suggerimento del sindaco Lo Russo". Mentre da Milano arriveranno le 500 Giorgio Armani. "Il lancio ufficiale sarà a gennaio".
Sipario sollevato anche sulla nuova Panda, la Grande Panda. Mentre alcune sorprese sono state lasciate in vista dell'anno prossimo, pixellate nei video promozionali. "Design italiano, piattaforme globali, rilevanza locale", ha concluso Francois. "Siamo il brand dell'umano e serviranno sempre passione e amore, che sono caratteristiche umane. Amore per i clienti, ma soprattutto per l'Italia".
Elkann: "Ieri come oggi, vogliamo fare auto belle e accessibili"
"Siamo al Lingotto per celebrare la data di fondazione dell'11 luglio del 1899 - ha detto John Elkann - e la caratteristica principale era l'ingegnosità italiana, per fare tanto con poco. Abbiamo creato automobili che sono entrate nell'immaginario collettivo e Torino prese la direzione di diventare la capitale dell'innovazione e del progresso tecnologico".
"Fu l'inizio di un grande successo: la produzione di automobili per tutti - ha aggiunto - e questo è anche oggi l'essenza. Offrire auto belle, versatili e accessibili. La 500, pratica e alla portata di tutti, è finita al Moma. E gli stessi valori li condivide con la 500 elettrica, prodotta a Mirafiori e venduta ovunque. Già ai tempi di mio nonno, al legame con Torino si è associato un profilo internazionale: essere un marchio profondamente italiano non ha mai impedito il suo successo nel mondo. Oggi è il primo marchio di Stellantis e l'attenzione verso il territorio non è mai mancata: una tradizione che andrà avanti sempre, perché fa parte della nostra identità".
"Paura di non farcela, ma mai mollato"
"Dal centenario del 1999 a oggi, Fiat ha attraversato crisi, guerre e calamità naturali. Gli ultimi 25 anni sono stati duri: abbiamo anche avuto paura di non farcela - ha concluso Elkann - ma non abbiamo mai smesso di cercare soluzioni, difendendo con tenacia quello che abbiamo costruito".
I sindacati, tra sollievo e timori
Non mancano i commenti dal mondo sindacale. "Salvaguardare Fiat è un imperativo non solo per il Governo e per Stellantis, ma per l’intero sistema-Paese che oggi deve affrontare le durissime sfide di una duplice transizione: quella verso l’elettrico e quella della integrazione in una grande multinazionale oramai solo in parte italiana”, dice Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto. "Speriamo che le parole pronunciate da Elkann e Tavares si traducano presto in azioni e piani industriali concreti e soprattutto di sviluppo. Mirafiori e Torino hanno sofferto troppo in questi anni. Ora è il tempo di uscire dall’angolo, con investimenti a lungo termine", hanno aggiunto i segretari generali di Cisl e Fim Torino-Canavese, Domenico Lo Bianco e Rocco Cutrì.
Più preoccupato Edi Lazzi, segretario generale Fiom Cgil Torino: "l lavoratori non hanno nulla da festeggiare in quanto continuano, inesorabilmente, ad essere collocati in cassa integrazione perdendo una buona fetta di salario. Proprio oggi una lavoratrice mi ha fatto una battuta che sintetizza la situazione torinese: 'loro festeggiano lanciando da Torino una vettura che non sarà prodotta nel nostro stabilimento e nemmeno in Italia'. Siamo ormai ai paradossi grotteschi".
Decisamente più sollevato Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic Confsal: "L'evento riporta l’italianità e la torinesità del brand italiano come centrale in Stellantis”. E il segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera conclude. "Saremo sempre vicini a sostenere l’impresa che ha fondato l’industria italiana e tutti abbiamo responsabilità sociale del rilancio dell’auto italiana dove ora è il momento delle scelte e delle responsabilità".