"Trentadue modifiche nel giro di pochi anni, alcune anche retroattive, che minano il settore, ma anche la stessa credibilità del legislatore. Parlo del Superbonus, ma non solo". Antonio Mattio, presidente di Ance Torino, sintetizza così le difficoltà in cui si trova un settore edile improvvisamente in stallo e sotto scacco.
Stop alle aziende, boom di cassa integrazione
I numeri parlano chiaro: "Ci sono aziende associate che avevano ancora lavori in corso in tema di onlus - spiega Mattio - ma con la doccia fredda dell'ultimo decreto il sistema bancario ha sospeso le eventuali acquisizioni dei crediti. Le operazioni grandi non sono più fattibili e le imprese si sono fermate". E così sono calate di quasi il 2% le imprese attive ad aprile 2024 rispetto a un anno prima, mentre aumenta la cassa integrazione (+355,6%) e calano salari e ore lavorate (-6,9 e -11,1%).
Stagnazione dei lavori
Calano i permessi a costruire (-4,7% a Torino) e anche il Pnrr sembra essere silenziato nei suoi effetti. "È una forma di stagnazione, legata anche ai tassi di interesse che hanno bloccato le fasce di mercato più basse. E non vedo nemmeno grandi luci in fondo al tunnel, anzi: certe frasi rischiano di essere male interpretate".
Lezione per il futuro
"Manca una politica di medio-lungo periodo e strategica, per il settore". E guardando il futuro lancia un'idea: "Quella del Superbonus dovrebbe essere una lezione in vista delle Case Green a livello europeo: la strada degli incentivi fiscali forse non è più quella da prendere, ma studiamo almeno forme di finanziamento sui 30 anni con tassi di interesse calmierati e tendenti al minimo, con la garanzia dello Stato". "Sono tante le famiglie con redditi bassi che non potrebbero permettersi interventi, in questa maniera", conclude.
Il miraggio del Piano regolatore
Intanto Torino elabora il suo nuovo piano regolatore. "Ma non credo che il documento possa essere a regime entro questa legislatura. La burocrazia non lo permette. Ma mancano anche leggi su temi come la rigenerazione urbana e gli uffici pubblici sono in difficoltà anche perché mandano risorse umane", dice Mattio.
"Non abbiamo avuto notizie: c'è ancora un anno di tempo, ma sarà difficile".