Una lunga processione, toga sulle spalle, dall'ingresso del Palagiustizia fino a quello delle ex carcere delle Nuove. Questa mattina sono stati gli avvocati a scendere in strada per protestare. Sul tavolo, l'argomento del Giudice di Pace, dove la carenza di personale rende praticamente impossibile le attività.
L'iniziativa del Comitato "Dei cinquecento"
Centinaia e centinaia le adesioni, che hanno accompagnato l'iniziativa del neonato Comitato "Dei cinquecento".
"Tutto questo disagio va a favore di chi specula - spiega l'avvocato Marco Tancredi, uno dei promotori del Comitato e della manifestazione - È una protesta che parte dal basso e ascolta soprattutto realtà come gli artigiani, visto che riguarda contenziosi fino a 25mila euro. Situazioni quotidiane, che però impattano di più a livello sociale, ma con durate che arrivano anche a 5 anni. Ci sono imprese che sono state costrette a chiudere. Pensiamo a una carrozzeria, per esempio o altre aziende di queste dimensioni, che aspettano una sentenza. Una città come Torino, fino a 5 anni fa, aveva la struttura delle Vallette che contava 110 giudici e ora ne conta solo 4. È inaccettabile".
"Siamo a favore dei giudici di pace - aggiunge Tancredi - ma bisogna sburocratizzare. Magari con giudici onorari addetti all'ufficio. Ce ne sono tanti a disposizione, ma i tempi sono lunghissimi. Invece bisogna implementare l'organico".
"Serve un intervento legislativo"
"Il problema dei giudici di pace porta a uno scoperto, a Torino, del 94% - dicono gli avvocati - Un problema che esiste in tutta Italia, ma Torino è in una delle condizioni più delicate. Chiediamo alle istituzioni un intervento legislativo da Roma per porre rimedio".
"Noi che dobbiamo tutelare un diritto delle persone, spesso ci troviamo di fronte a una porta chiusa. E quella di oggi è solo la prima manifestazione", dicono ancora gli avvocati.
Nessun miglioramento con la riforma Cartabia
Una situazione che non è migliorata nemmeno con la riforma Cartabia. E le prime udienze vengono fissate anche a 10-12 mesi di distanza. "Il cittadino non riceve più la necessaria risposta alla domanda di giustizia - aggiungono - ed esprimiamo solidarietà al personale del Giudice di Pace, ma questa situazione non è più tollerabile. Negli ultimi giorni il ministero ha risposto, ma con carattere interlocutorio. Non è sufficiente a ridurre la nostra preoccupazione".
"La situazione non è buona, a livello distrettuale e non è sostenibile - dice l'avvocato Danilo Cerrato - Anche a livello nazionale non è accettabile. C'è molta coesione e unità d'intenti per ottenere un risultato giusto".