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Nichelino-Stupinigi-Vinovo | 03 luglio 2024, 13:37

Nichelino, il caso Procemsa approda l'8 luglio in Unione Industriale

Ieri sciopero e protesta all'esterno dell'azienda. L'assessore Verzola: "Non accetteremo nessuna trattativa che non sia il reintegro immediato di Chiara ed Elisabetta, licenziate senza alcuna motivazione"

Il caso Procemsa approda l'8 luglio in Unione Industriale. Ieri nuovo sciopero

Il caso Procemsa approda l'8 luglio in Unione Industriale. Ieri nuovo sciopero

La richiesta di intervento fatta a tutti i soggetti e gli enti che possono contribuire a risolvere il caso, fatta lunedì dal sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo, sembra produrre un primo risultato. La vicenda Procemsa, l'azienda del settore chimico-farmaceutico che ha licenziato all'inizio della scorsa settimana due dipendenti, Chiara Volpicelli ed Elisabetta Piola, senza alcun preavviso, approda all'Unione Industriale.

Appuntamento l'8 luglio

L'8 luglio la Filctem Cgil e i rappresentanti aziendali avranno un incontro presso la sede torinese dell'associazione degli imprenditori per un confronto sulla situazione. "Finalmente l'azienda accetta di parlare di quanto sta accadendo - spiegano i sindacati - è un risultato ottenuto solo grazie alle azioni di protesta che abbiamo messo in campo. Andremo avanti".

Ieri sciopero e protesta

Intanto, nella giornata di ieri, i lavoratori e le lavoratrici di Procemsa hanno organizzato uno sciopero spontaneo, accendendo anche alcuni fumogeni all'esterno dell'azienda di Nichelino, un modo per "tenere accesa l'attenzione sulla vicenda". Assieme ai dipendenti, anche la consigliera regionale Valentina Cera e l'assessore al Lavoro di Nichelino Fiodor Verzola: "La Città non si limiterà a portare solidarietà o a constatare lo stato dei fatti, ma sarà al loro fianco in tutte le sedi e in tutte le forme per tutelare il diritto al lavoro di un territorio che ha già subito troppo".

"Non accetteremo nessuna trattativa che non sia il reintegro immediato di Chiara ed Elisabetta, licenziate senza giusta causa, se non quella del profitto e dell’arroganza dei potenti e dei padroni", ha concluso Verzola.

Massimo De Marzi

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