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Attualità | 02 luglio 2024, 18:22

Dopo Bibbiano e "allontanamento zero” a Torino il meccanismo degli affidi familiari si è inceppato

Non si trovano più famiglie disposte ad accogliere minori che arrivano da situazioni difficili. C’entrano anche le quote destinate alle famiglie, ferme dal 2004: "Da città capofila siamo diventati l’ultima ruota del carro”. “Serve un salto qualitativo"

Foto di Daga Ellaby- tramite Unsplash

Foto di Daga Ellaby- tramite Unsplash

Il caso di cronaca di Bibbiano ha aperto una voragine, soprattuto mediatica, sulla questione affidi. A Torino, ma non solo. A dirlo sono i rappresentanti della associazioni delle famiglie affidatarie che nei giorni scorsi hanno partecipato alla commissione in Sala Orologio e che da anni intervengono dove sono presenti situazioni famigliari complicate. Sono le associazioni Anfa, Comunità Papa Giovanni XXIII, Famiglie per Accoglienza, Famiglie Numerose e Famiglie e Comunità

Dall'inchiesta romagnola, alla legge del Piemonte

Oltre all’inchiesta “Angeli e domani” che colpì il comune emiliano e che scosse l’opinione pubblica rispetto alla tematica degli affidi (lo scorso aprile la Cassazione ha scagionato il principale indiziato di quella vicenda), in Piemonte è stata approvata nel 2022 la legge regionale “Allontanamento zero”, fortemente voluta dall’allora assessore alle politiche famigliari Chiara Caucino. 

Cosa prevede "Allontanamento zero"

Una normativa che prevede interventi finanziari per aiutare le famiglie di origine in difficoltà ed evitare l’affidamento a servizi sociali o famiglie pronte ad accogliere. Un intervento, si spiegava così la norma, per arginare gli allontanamenti dei minori dalle famiglie di origine. Questo perché, secondo i dati ministeriali valutati dall’allora giunta regionale, il Piemonte aveva una quota di allontanamenti maggiore rispetto alla media nazionale (3,9 per mille, contro il 2,7 per mille dei casi medi nazionali). 

Un clima di diffidenza

“Siamo preoccupati - ha spiegato la dottoressa Frida Tonizzo di Anfa nel corso della quarta commissione alla presenza dell’assessore della Città di Torino Jacopo Rosatelli -  si è creato un clima di diffidenza e paura nei confronti di ogni allontanamento, che non è più visto come una protezione, ma un intervento punitivo nei confronti dei genitori e del bambino stesso. Quello che vediamo è che gli abusi e i maltrattamenti nella famiglie esistono e, anzi, a volte si interviene troppo tardi. Questo rende difficile lavorare di prevenzione al fine di un recupero." 

80% affidamenti disposti dal Tribunale dei minori

“Come associazioni ci muoviamo nei confronti del comune di Torino, del coordinamento degli enti gestori degli interventi assistenziali e della Regione in forma coordinata e unificata - ha detto la dottoressa Tonizzo - i bambini e i ragazzi che possono essere affidati, sono quelli che hanno una situazione famigliare difficile. Il Tribunale per i minorenni interviene solo quando non è possibile fare degli affidamenti consensuali. La drammatica realtà è che negli anni il ricorso all’affidamento famigliare ha riguardato sempre di più minori, con provvedimento del giudice. A livello regionale abbiamo superato l’80% di affidamenti disposti, dove spesso è stata fatta decadere la responsabilità genitoriale.”

Supporto a famiglie affidatarie e di origine

“Noi crediamo, secondo la nostra esperienza, nella positività degli affidi - è il pensiero della rappresentante Anfa - ma se viene realizzato a certe condizioni. Abbiamo sempre sostenuto la necessità di una preparazione della famiglie che accolgono questi bambini, che devono essere sostenute e supportate. Ma sottolineiamo parallelamente come si debba portare avanti il sostegno alle famiglie di origine. Ma più si interviene tardivamente, più le possibilità di rientro diventano più contenute. Mentre le famiglie affidatarie sono sempre meno disponibili perché non si cercano, non si preparano e non si supportano." 

Il necessario supporto psicologico e neuro-psichiatrico  

C’è poi il tema dei servizi sanitari e in particolare sul supporto psicologico e neuro-psichiatrico. "Se un intervento viene calendarizzato dopo mesi, per dare priorità ad altri tipi di interventi, pur importanti, è facile capire come il percorso di recupero rischia di essere minato”.

"Abbiamo pregi e difetti, come tutte le famiglie"

Ad intervenire anche Giuseppe Tedesco dell’associazione Famiglie e Comunità, realtà che raggruppa le famiglie affidatarie del territori.

“Le famiglie sono tragicamente in difficoltà, potremmo raccontare centinaia di storie - ha detto Tedesco -  Noi accogliamo, ma manca la fiducia, anche delle istituzioni, nelle famiglie affidatarie. Abbiamo pregi, difetti, come tutti i nuclei famigliari, ma siamo accoglienti. La realtà è che oggi non si trovano più famiglie disposte ad accogliere. L’alternativa per questi ragazzi è la comunità: anche la migliore delle comunità non può sostituire quello che ti dà una famiglia”.

Il tema delle quote, ferme da vent'anni

"Ci vogliono dei supporti che una volta avevamo - ha sostenuto Tedesco nel suo intervento - Le quote rimborso per l’affido a Torino sono ferme al 2004. Abbiamo chiesto più volte di equipararle, adattandole alle pensioni minime.”

Su questo è intervenuto il consigliere Pierino Crema: "È in corso una campagna disinformativa che criminalizza le famiglie che accolgono. Sul tema vedo un atteggiamento tiepido sul tema da parte dell’assessorato. Il tema delle quote di affidamento famigliare, va sollevato prima di arrivare a una discussione sul bilancio.” 

A Torino 413 euro, a Genova 520 

“Torino - ha detto il consigliere Crema - è passata da realtà capofila, a ultimo ruota del carro.” Lo dice con numeri alla mano valutando l’azione di altri grandi centri. Genova è passata da 350 a 520 euro. Mentre a Milano la quota è di 480 euro, a Roma è di 400, ma prevede  un innalzamento dai 700 ai 1.000 euro, in casi particolari. A Torino la quota-affido è di 413 euro.

"Serve un salto qualitativo - è il monito della rappresentante di Anfa Frida Tonizzo - anche da parte del comune di Torino. Vorremmo che la realizzazione degli affidi fosse un tema che coinvolga tutti gli attori della città”.

Daniele Caponnetto

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