Cronaca | 29 giugno 2024, 07:10

Ex Paracchi, il Comitato Dora Spina 3 vorrebbe che una parte restasse ad uso pubblico per il quartiere

Lettera alla vicesindaca e assessora al patrimonio Favaro, che ne aveva annunciato la vendita alla Olivero Srl per la costruzione di alloggi residenziali: “Ricordatevi dei vincoli sociali e culturali”

Una immagine dell'ex Paracchi

Una immagine dell'ex Paracchi

Una riqualificazione attesa per oltre 20 anni ma che, una volta trovata una soluzione, non soddisfa pienamente una parte dei residenti: stiamo parlando dell'ex fabbrica di tappeti Paracchi di Torino, situato all'angolo tra via Pianezza e via Pessinetto, recentemente venduta dal Comune alla Olivero Srl per la realizzazione di alloggi residenziali. A intervenire, come spesso accade in questi casi, è il Comitato Dora Spina 3, che da diverso tempo ribadisce all'amministrazione pubblica la necessità di recuperare spazi abbandonati o inutilizzati per realizzare servizi pubblici dedicati ai cittadini della zona.

La lettera alla vicesindaca Favaro

Per quanto riguarda il caso specifico, gli attivisti hanno scritto una lettera alla vicesindaca e assessora al patrimonio Michela Favaro per ricordare alcuni passaggi: “Si richiede di conoscere - si legge – se, nell'atto di vendita, si sia tenuto conto dei vincoli architettonici e sociali apposti nel 2014 dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte,visto che il fabbricato riveste interesse culturale. La vendita risolve il problema della riqualificazione, ma lo escluderebbe totalmente dalla lista degli edifici utilizzabili per le necessità del quartiere”.

La richiesta

Viste le premesse, la richiesta del Comitato all'amministrazione comunale è molto precisa: “L'ex Paracchi – proseguono – era stato individuata come una delle possibili sedi della biblioteca di quartiere che avevamo richiesto al Comune nel 2010 attraverso una petizione: secondo noi, una parte dell'edificio dovrebbe essere messa a disposizione dei cittadini inserendo nel contratto di vendita i vincoli sociali presenti anche nella scheda allegata al bando, che prevedono “la garanzia della pubblica fruizione del bene”; se tutto ciò non dovesse accadere, per i cittadini sarebbe la perdita di un'opportunità”.

Marco Berton

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