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Cultura e spettacoli | 26 giugno 2024, 19:05

Animale Umano: il destino intrecciato di tori e giovani matador, al cinema il film girato tra il Torinese e Casale Monferrato

Opera prima di finzione del regista piemontese Alessandro Pugno: "La tauromachia era forse una scusa per fare l'ultima tragedia greca possibile". Al suo debutto sullo schermo, il giovane Ian Caffo originario di Bussoleno

Animale | Umano: il film girato tra il torinese e Casale arriva nei cinema

Animale | Umano: il film girato tra il torinese e Casale arriva nei cinema

Presentato in anteprima a Torino “Animale Umano”, il lungometraggio diretto da Alessandro Pugno e prodotto dalla società torinese Redibis Film di Daniele Segre e Daniele De Cicco. 

"È un’opera cinematografica che si serve della tauromachia come pretesto narrativo per raccontare una storia senza tempo e universale - spiega il regista - che mette in questione le definizioni “animale” e “umano” per chiedersi che cosa le accomuni”.

"La tauromachia era forse una scusa per fare l'ultima tragedia greca possibile: due personaggi innocenti devono trovarsi e uno dà la morte all'altro. Chi di noi ha scelto dove nascere? Questa non scelta determina la nostra vita". 

Le riprese in Piemonte

Ambientato tra l'Italia e la Spagna è stato girato per 14 settimane tra la Siviglia, da novembre ad aprile, e il Piemonte, a partire da gennaio fino a giugno. In particolare la troupe ha girato nell’alessandrino, un giorno a Casale Monferrato, dove il film è ambientato, per proseguire con ulteriori nove giorni di shooting tra Torino e dintorni.

Tra i luoghi del torinese toccati dalle riprese, Avigliana, Casale Monferrato, Pino torinese la Reggia di Venaria. Proprio alla Reggia di Venaria si è tenuto l'ultimo ciak il 1° giugno.  

Animale Umano ha beneficiato sia del fondo di sostegno allo sviluppo della Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Film Tv Development Fund sia del contributo del Piemonte Film Tv Fund, fondo di sostegno alla produzione attivato dalla Regione Piemonte, e ha recentemente ottenuto anche il fondo di coproduzione Eurimages.

Dopo l'anteprima torinese, Animale Umano sarà al cinema dall'11 luglio. 

I protagonisti 

Prima opera di finzione del regista originario di Casale Monferrato, mette al centro della vicenda la storia parallela di Matteo, bimbo italiano che sogna di diventare torero e Fandango, vitellino che nasce in Andalusia.

Tra i protagonisti Guillermo Bedward, Silvia Degrandi, Paola Sotgiu, Brontis Jodorowsky, Donovan Raham, Antonio Estrada, Juan Quiñones e il giovane Ian Caffo, originario di Bussoleno e per la prima volta protagonista sullo schermo.

La trama 

In una piccola città del nord Italia, un bambino, Matteo, cresce circondato da bare e con la madre gravemente malata. Sogna di andare via e morire da eroe in un’arena. "Io voglio morire così" annuncia alla madre dopo aver visto le riprese di una corrida in televisione. Nelle praterie dell’Andalusia, un vitello, Fandango, viene allevato per diventare un toro da corrida. Matteo e Fandango crescono in mondi distanti e paralleli ma un giorno dovranno incontrarsi e affrontarsi, davanti a migliaia di persone. 

Animale | Umano è un film drammatico/coming of age, una storia sul passaggio dall’infanzia all’età adulta nella quale si dipana una relazione simbolica tra Matteo e il vitello Fandango. 

"La storia rispecchia la mia esperienza dalla Spagna al Piemonte - aggiunge ancora Pugno -. Mi sono fatto un po’ delle domande sull’empatia. All’inizio volevo capire che cosa portava tanti giovani ad imparare questa attività. Non era questione di voler uccidere i tori, ma più un desiderio di trascendenza, di passare i confini della propria morte e delle proprie possibilità. Il rapporto uomo animale volontariamente crea domande e lascia le risposte al pubblico. È un film sulla compassione, non solo verso l’animale, ma anche verso l’uomo ed è anche una fotografia anche del tempo che cambia". 

La tauromachia oggi è infatti un argomento molto dibattuto non solo in Spagna, fare un film a riguardo è certamente rischioso. "È un mondo antico che si scontra con la sensibilità di oggi. Portarlo a Pechino è stato facile. In Spagna è un argomento più politicizzato. In generale a seconda delle cultura ci vedevano qualcosa di diverso. In ogni caso il film non è un dibattito corrida sì o corrida no, non chiede un posizionamento al pubblico".

 

Chiara Gallo

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