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Scuola e formazione | 22 giugno 2024, 14:58

La Penny Wirton di Pinerolo continua a reclutare e ‘fare scuola’

La sua esperienza è stata portata all’assemblea annuale che si svolge a Roma

L’assemblea a Roma

L’assemblea a Roma

C’è la laureata egiziana che in Italia non avrebbe mai potuto frequentare un corso scolastico perché mamma di una bimba ancora troppo piccola e che deve portare sempre con sé. C’è il falegname del Gambia che è qui da anni ma non è mai riuscito prima a raccontare la sua storia in italiano. Questi sono alcuni degli studenti che con Penny Wirton di Pinerolo, nell’anno scolastico appena trascorso, sono riusciti a fare importanti passi avanti nella conoscenza della lingua. L’esperienza della scuola che si svolge nelle aule del Liceo Porporato il martedì e giovedì pomeriggio è stata portata dalla professoressa Elisa Sartori all’assemblea annuale delle Penny Wirton di tutta Italia (oggi più di 60) che si è svolta sabato 15 giugno a Roma.

“Tra tutte, la specificità dell’esperienza pinerolese è proprio quella di essere nata all’interno di un Istituto scolastico mentre generalmente si tratta di progetti sostenuti da associazioni del territorio – spiega Sartori –. Solo a Firenze e in Canton Ticino ci sono create iniziative analoghe e su questo modello partirà una scuola Penny Wirton il prossimo anno scolastico a Frascati”. Una caratteristica del modello è coinvolgere come ‘insegnanti’ gli studenti del Liceo delle classi terze, quarte, quinte, ma durante lo scorso anno scolastico la domanda è cresciuta così tanto da dover reclutare volontari anche dall’esterno: “Qualche straniero si è ancora iscritto nell’ultima settimana di lezione arrivando quindi a una novantina, non sono mai stati così tanti. Per il prossimo anno continueremo ad attivare il doppio canale di reclutamento dei volontari puntando sugli studenti e sui loro genitori ma anche su chi non ha legami con il Porporato” annuncia Sartori.

Al di là dei numeri, ciò che fa la differenza al Penny Wirton è l’attenzione che si riesce a dedicare a chi deve imparare l’italiano. “Penso ad esempio alla signora egiziana, laureata al Cairo, in Italia da diverso tempo, ma che non poteva frequentare i corsi del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti, perché deve prendersi cura di sua figlia che è ancora molto piccola e che quindi non avrebbe potuto portare in una classica aula – racconta Sartori –. Noi abbiamo ricavato per lei e la sua bambina uno spazio all’interno del corridoio del Porporato in modo da garantire la tranquillità di cui hanno bisogno”. C’è poi anche la storia del falegname che da tanto tempo è immigrato dal Gambia all’Italia: “Il suo problema era l’analfabetismo: non sapeva leggere e scrivere nemmeno nella sua lingua. I Corsi del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti non sarebbero quindi stati alla sua portata racconta –. Qui ha trovato tra le volontarie una maestra in pensione che ha dimestichezza anche con l’insegnamento di sostegno. Ha lavorato con lui grazie alle immagini e alle schede, utilizzando tecniche che si adottano alle elementari”. Così mentre fino a poco tempo fa l’uomo non riusciva a pronunciare una parola di italiano, alla fine dell’anno scolastico è stato in grado di raccontare a voce la sua storia.

“Lo ‘spazio’ di Penny Wirton è proprio lì dove le classiche istituzioni non possono arrivare e dove, quindi, le persone spesso si perdono – riflette Sartori –. E, a tanti di loro, dà la possibilità di tornare a sentirsi in famiglia anche lontani dalle proprie radici”. Per proporsi come volontari al prossimo anno scolastico si può scrivere a pennywirton@liceoporporato.edu.it.

Elisa Rollino

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