C’è la laureata egiziana che in Italia non avrebbe mai potuto frequentare un corso scolastico perché mamma di una bimba ancora troppo piccola e che deve portare sempre con sé. C’è il falegname del Gambia che è qui da anni ma non è mai riuscito prima a raccontare la sua storia in italiano. Questi sono alcuni degli studenti che con Penny Wirton di Pinerolo, nell’anno scolastico appena trascorso, sono riusciti a fare importanti passi avanti nella conoscenza della lingua. L’esperienza della scuola che si svolge nelle aule del Liceo Porporato il martedì e giovedì pomeriggio è stata portata dalla professoressa Elisa Sartori all’assemblea annuale delle Penny Wirton di tutta Italia (oggi più di 60) che si è svolta sabato 15 giugno a Roma.
“Tra tutte, la specificità dell’esperienza pinerolese è proprio quella di essere nata all’interno di un Istituto scolastico mentre generalmente si tratta di progetti sostenuti da associazioni del territorio – spiega Sartori –. Solo a Firenze e in Canton Ticino ci sono create iniziative analoghe e su questo modello partirà una scuola Penny Wirton il prossimo anno scolastico a Frascati”. Una caratteristica del modello è coinvolgere come ‘insegnanti’ gli studenti del Liceo delle classi terze, quarte, quinte, ma durante lo scorso anno scolastico la domanda è cresciuta così tanto da dover reclutare volontari anche dall’esterno: “Qualche straniero si è ancora iscritto nell’ultima settimana di lezione arrivando quindi a una novantina, non sono mai stati così tanti. Per il prossimo anno continueremo ad attivare il doppio canale di reclutamento dei volontari puntando sugli studenti e sui loro genitori ma anche su chi non ha legami con il Porporato” annuncia Sartori.
Al di là dei numeri, ciò che fa la differenza al Penny Wirton è l’attenzione che si riesce a dedicare a chi deve imparare l’italiano. “Penso ad esempio alla signora egiziana, laureata al Cairo, in Italia da diverso tempo, ma che non poteva frequentare i corsi del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti, perché deve prendersi cura di sua figlia che è ancora molto piccola e che quindi non avrebbe potuto portare in una classica aula – racconta Sartori –. Noi abbiamo ricavato per lei e la sua bambina uno spazio all’interno del corridoio del Porporato in modo da garantire la tranquillità di cui hanno bisogno”. C’è poi anche la storia del falegname che da tanto tempo è immigrato dal Gambia all’Italia: “Il suo problema era l’analfabetismo: non sapeva leggere e scrivere nemmeno nella sua lingua. I Corsi del Centro provinciale per l’istruzione degli adulti non sarebbero quindi stati alla sua portata – racconta –. Qui ha trovato tra le volontarie una maestra in pensione che ha dimestichezza anche con l’insegnamento di sostegno. Ha lavorato con lui grazie alle immagini e alle schede, utilizzando tecniche che si adottano alle elementari”. Così mentre fino a poco tempo fa l’uomo non riusciva a pronunciare una parola di italiano, alla fine dell’anno scolastico è stato in grado di raccontare a voce la sua storia.
“Lo ‘spazio’ di Penny Wirton è proprio lì dove le classiche istituzioni non possono arrivare e dove, quindi, le persone spesso si perdono – riflette Sartori –. E, a tanti di loro, dà la possibilità di tornare a sentirsi in famiglia anche lontani dalle proprie radici”. Per proporsi come volontari al prossimo anno scolastico si può scrivere a pennywirton@liceoporporato.edu.it.