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Eventi | 07 giugno 2024, 12:44

Tra surrealismo e metafisica, l’arte di Ciro Palumbo alla Promotrice: “Innamorato di Torino, città dal fascino silenzioso”

Fino al 30 giugno, esposte 130 opere: “Parliamo di guerra come di calcio, mi spaventa molto. Unica difesa, la conoscenza”

Tra surrealismo e metafisica, l’arte di Ciro Palumbo di scena alla Promotrice

Tra surrealismo e metafisica, l’arte di Ciro Palumbo di scena alla Promotrice

Mi sono innamorata di questa città inconsapevolmente, anche quando Torino non era quella di oggi. C’era questo fascino silenzioso. Una città che mi ha accolto” così Ciro Palumbo che oggi vive nel capoluogo piemontese e ha un suo studio in Vanchiglietta.

L’artista rientrato dopo anni di esposizione all’estero, è protagonista della mostra personale alla Promotrice delle Belle Arti fino al 30 giugno. Sono 130 in tutto le opere in mostra che raccontano divise per sezioni gli anni di pittura e di trasformazione di Palumbo.

Una mostra che è al tempo stesso momento di riflessione e nuovo inizio. La sua pittura figurativa scava nel profondo dell’anima e dell’inconscio umano. Amante da sempre dei racconti epici, tra verità nota e quelle narrata, l’artista predilige dunque il sogno idealizzato. In esso colloca i colori più amati, le barche, i libri di cui si sono consumate le pagine, la ricerca della perfezione che nei giorni qualunque non è mai presente. E la luce. La luce abbacinante del Mediterraneo, il palcoscenico ideale.

Dalla metafisica al surrealismo classico, dal mito al viaggio, dal sogno all’infinito, dalle isole ai Mulini di Dio, dagli animali alle mille lune. Tanti anche i personaggi protagonisti come Dante, Ulisse, Don Chisciotte. E i libri, sua grande passione e le barche, immancabili nei suoi quadri. Barche che puntano verso il cielo verso un viaggio ignoto e onirico.

Uno stile che non nasconde la lezione della metafisica di De Chirico, ma anche quella di Alberto Savinio. Palumbo è un artista che vuole indagare il mondo dell’ignoto, del sogno, del surreale, ma altresì farsi portavoce di messaggi di umanità in un mondo attuale sempre più drammatico. 

Se non riesco a trasmettere qualcosa, a portare un messaggio, cosa ci sto a fare qui?”, si domanda l’artista. E in questo senso, spicca tra le sue opere Il sussurro della guerra. Una grande tela in cui appare un leone intendo a rivolgersi verso una figura femminile che ha in mano un libro. "Parlare di guerra ormai è diventato come parlare di calcio. È una cosa che mi fa paura. L'unica difesa è la conoscenza, rappresentata in questa opera proprio dal libro".

Chiara Gallo

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