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Economia e lavoro | 05 giugno 2024, 10:40

Cala la produzione industriale nel primo trimestre in Piemonte, tessile e grandi aziende frenano il comparto manifatturiero

I dati dell'indagine congiunturale diffusi da Unioncamere evidenziano il peso del contesto economico internazionale ma pure un discreto andamento degli ordinativi. La situazione provincia per provincia

Tessile e grandi aziende frenano il comparto manifatturiero piemontese

Tessile e grandi aziende frenano il comparto manifatturiero piemontese

La 210esima “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” realizzata in collaborazione tra Unioncamere Piemonte e UniCredit con gli Uffici Studi delle Camere di commercio provinciali è stata condotta nei mesi di aprile e maggio 2024 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2024 e ha coinvolto 1.819 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 95.905 addetti e un valore pari a circa 62 miliardi di euro di fatturato.

Rallenta la sua corsa il comparto manifatturiero

Allargando l’osservazione al contesto europeo emerge come, nel I trimestre 2024, la crescita del Pil italiano sia risultata in linea con quella dell’Eurozona che, dopo due trimestri di lieve calo, grazie anche a un parziale recupero della Germania, ha segnato un +0,3%.

In questo quadro complessivo, anche il comparto manifatturiero regionale ha mostrato un prevedibile rallentamento; complessivamente nel periodo gennaio-marzo 2024 la produzione industriale regionale ha registrato una flessione dello 0,4% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Coscia: "Pesa l'incertezza del contesto internazionale"

Il Presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia commenta“L’andamento della produzione industriale in Piemonte è purtroppo rallentato anche a causa dell’incertezza del contesto economico internazionale. Come sistema camerale continuiamo ad affiancare le imprese, nel loro percorso di crescita aiutandole con i nuovi strumenti quali la digitalizzazione e la trasformazione energetica”.

La Regional Manager Nord Ovest di UniCredit, Paola Garibotti, aggiunge: “Crediamo nell’eccellenza delle aziende piemontesi e continuiamo a supportarle nei loro piani di sviluppo e consolidamento. Nel primo trimestre del 2024 abbiamo erogato 296 milioni di euro di nuovi finanziamenti ai nostri clienti, di cui 164 alle imprese. Digitalizzazione e profondo radicamento della cultura ESG sono i due obiettivi che le aziende manifatturiere piemontesi devono perseguire per essere sostenibili e rimanere competitive sul mercato e noi siamo, come sempre, al loro fianco”. 

Ordinativi comunque in lieve crescita 

La debole flessione della produzione industriale (-0,4%) è stata accompagnata da un andamento ancora lievemente positivo sia degli ordinativi interni (+0,6%) che degli ordinativi provenienti dal mercato estero (+0,4%). Il fatturato totale è cresciuto di mezzo punto percentuale sullo stesso periodo dell’anno precedente, grazie alla componente estera che ha realizzato un incremento del 1,5%. Il grado di utilizzo degli impianti è diminuito di quasi 5 punti, passando dal 67,4% del I trimestre 2023 al 62,7% del periodo gennaio-marzo 2024.

Chimica e plastica i settori trainanti 

A livello settoriale solo il comparto della chimica/plastica ha realizzato ancora un andamento espansivo (+2,7%), mentre gli altri settori di specializzazione della manifattura regionale hanno registrato a livello produttivo stabilità o flessione. I mezzi di trasporto (-0,2%) e il legno e il mobile (-0,1%) hanno conseguito una variazione della produzione industriale pressoché nulla rispetto all’analogo periodo del 2023. Il comparto alimentare, con una variazione tendenziale della produzione del -0,4%, ha segnato un risultato in linea con quello medio regionale. Le industrie dell’elettricità ed elettronica e quelle dei metalli hanno registrato entrambe una contrazione della produzione dello 0,9%, mentre la meccanica (-1,1%) ha subìto un calo di poco superiore al punto percentuale. La performance più preoccupante riguarda le aziende del tessile e abbigliamento la cui produzione è diminuita del 6,8% rispetto al I trimestre 2023.

Le medie imprese quelle con l'andamento migliore

Analizzando il campione delle imprese manifatturiere intervistate, sotto il profilo dimensionale, emerge un trend eterogeneo tra le varie classi. Le micro imprese (0-9 addetti) hanno registrato una sostanziale stabilità (-0,2%), le realtà di piccole dimensioni (10-59 addetti) hanno evidenziato ancora un incremento della produzione (+0,8%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Le medie imprese (50-249 addetti) hanno segnato l’aumento più significativo (+1,9%), mentre le grandi aziende (oltre 250 addetti) hanno subìto una significativa battuta d’arresto (-4,7%).

A Torino valori stabili per il settore manifatturiero

Nel I trimestre 2024 l’andamento delle aziende manifatturiere piemontesi è apparso profondamente eterogeneo a livello territoriale.

Nel periodo gennaio-marzo 2024 l’unica provincia che ha conseguito una variazione tendenziale significativamente positiva della produzione industriale è il Verbano Cusio Ossola che, grazie a una buona performance delle imprese della metalmeccanica, ha registrato un +2,0%. Debolmente positiva è apparsa la performance delle aziende manifatturiere cuneesi (0,4%), sostenute dal comparto alimentare e penalizzate dal tessile/abbigliamento.

Sostanzialmente stazionaria rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente è risultata la produzione manifatturiera di Torino (+0,1%) e Novara (+1,0%), entrambe sostenute dalla chimica/plastica. Vercelli, con il tessile/abbigliamento in forte contrazione e l’alimentare e la chimica in crescita, ha conseguito un -0,2%. Decisamente più negativa la performance delle altre tre province. Asti ha subìto un calo dell’1,9%, sintesi della flessione segnata dalla metalmeccanica e della crescita, non sufficientemente elevata, della produzione delle bevande. Alessandria ha registrato una contrazione del 2,4% provocata principalmente dal calo della produzione delle industrie alimentari e di quelle metalmeccaniche. La battuta d’arresto più decisa, causata dall’andamento del comparto tessile, appare, infine, quella di Biella (-3,7%).

I commenti

Giovanni Genovesio, Presidente di CNA Piemonte dichiara: “La lettura di questi dati ci preoccupa, perché ancora una volta constatiamo un rallentamento della produzione industriale che in parte è dovuta dall’incertezza del contesto economico internazionale, ma che segnala le crescenti difficoltà che artigiani e micro imprenditori stanno attraversando anche a causa della burocrazia soffocante e dalla mancanza di politiche attive nei confronti di accesso al credito, ricambio generazionale e fabbisogno formativo”.

Delio Zanzottera, Segretario Regionale di CNA Piemonte: “CNA Piemonte chiede da tempo misure a sostegno delle micro e piccole imprese che hanno registrato ancora una volta un calo(-0,2%), mentre le realtà di piccole dimensioni (10-59 addetti) hanno evidenziato ancora un debole incremento della produzione (+0,8%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Auspichiamo che il prossimo governo regionale metta in atto rapidamente azioni mirate alla ripresa, al sostegno ed allo sviluppo dei settori produttivi piemontesi già fortemente segnati dall’andamento negativo e dalle previsioni al ribasso dettate dalla crisi del settore manifatturiero legato al comparto dell’automotive”.

redazione

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